The sentinel, girato da Michael Winner, è sì figlio delle atmosfere rese celebri da L’esorcista e da Omen, ma contiene delle sequenze così crude e bestiali, nella loro schietta immediatezza, da evidenziare necessariamente uno scarto rispetto al film con Gregory Peck e al cult di Friedkin.
Non è che lo scarto renda il film migliore o peggiore, ma ne fa di certo un 'unicum', grazie anche agli incontri assolutamente surreali tra la protagonista e i personaggi di contorno.
Il plot. Alison (Cristina Raines), brillante modella, e il fidanzato Michael (Chris Sarandon) acquistano un lussuoso appartamento in un palazzone di Brooklyn, su consiglio dell’agente immobiliare Logan (Ava Gardner); Alison inizia a conoscere gli strampalati inquilini, tra cui una coppia di lesbiche (una è Beverly D’angelo) e l’orginale sig. Chazen (Burgess Meredith), che la trascina anche a un party in uno degli appartamenti per celebrare il compleanno di un gatto.
La protagonista è inquietata da una figura perennemente affacciata alla finestra dell’ultimo piano, che si scopre essere un vecchio prete (John Carradine) mantenuto dalla Chiesa; solo lo spettatore ha il privilegio di scoprire in anticipo che il prete non ha praticamente occhi, anzi, ha solo i bulbi, di un sospetto grigio perla…
Alison, sempre sola in casa, comincia a soffrire d’insonnia ed è tormentata da continui flashback dei suoi due tentati suicidi, il primo dopo aver sorpreso il padre in un’orgia con due donne laide e obese, il secondo dopo la morte della prima moglie di Michael; la sua disperazione sfocia in esaurimento quando apprende da Miss Logan che, in realtà, gli unici abitanti del palazzo sono lei e il prete.
Nel frattempo Michael indaga sul significato di una frase in latino letta da Alison in uno degli appartamenti e viene illuminato dalla traduzione di un luminare, il Prof. Ruzinsky (Martin Balsam): il riferimento è alla biblica figura dell’arcangelo Uriel posto a vigilare l’ingresso dell’Eden.
Da qui in poi è un proliferare di sorprese e rivelazioni: gli inquilini frequentati da Alison sono demoni, fantasmi di assassini morti da tempo; il prete cieco è un uomo che si credeva morto suicida anni prima e che ha cambiato nome; Michael viene ucciso e diventa demone a sua volta, in quanto colpevole di omicidio dell’ex moglie.
Dipanata la corposa matassa di informazioni si capisce dove il tutto va a parare: il palazzo è il cancello dell’inferno e il prete è il guardiano che preclude ai demoni l’entrata nel mondo. Ovviamente i vertici della Chiesa erano già al corrente di ogni cosa ed è proprio Alison la persona scelta per sostituire il guardiano, visti i suoi precedenti, cioè i tentati suicidi, indispensabili per le aspiranti sentinelle dell’Hell’s gate.
A dire il vero sorge un’aura di ambiguità sulla figura del guardiano, perché non si capisce se sia un onore o una punizione; perché un ruolo di tale responsabilità è affidato a coloro che sono stati a un passo dal peccato peggiore? Forse non è una grande responsabilità, basta restare impalati e inermi alla finestra fino alla morte. Ma non è forse l’intervento decisivo del prete a salvare Alison, nell’epilogo, dalla schiera di dannati che sta per assalirla per spingerla a commettere suicidio? Così pare, ma chi lo sa.
Del resto il bello è anche in questo, nel dubbio, nel non conoscibile, nel perturbante, come l’immagine finale di Alison, suora cieca, che vigila immobile alla finestra. Bellissima chiusura, come straordinaria fu la scelta del regista, aspramente criticata, di aver scelto dei veri freaks e persone deformi per interpretare il blob di dannati nel finale. Anche solo per questo è un film da vedere, e da rivedere per gustarsi un cast che non si limita ai sopra citati, ma annovera anche Eli Wallach, Josè Ferrer, Christopher Walken, Jeff Goldblum e un giovane Tom Berenger, oltre a un non accreditato Richard Dreyfuss.

*Noto in Italia anche come La Sentinella*