Vittorio Salerno, navigando sul web, si imbatte nella recensione di un suo film, Fango bollente, scritta da Davide Comotti su La rivista eterea.
Impressionato dalla sua analisi, il fratello di Enrico Maria lo contatta, affidandogli la stesura di una sorta di biografia, organizzata sulla formula domanda e risposta, un racconto appassionato della sua esperienza nel cinema degli anni Sessanta e Settanta.
Vittorio Salerno si è cimentato come regista, sceneggiatore e scrittore, collaborando con Lenzi, Olmi, Corbucci e anche con Vittorio Sgarbi in un paio di produzioni televisive.
Da ricordare il suo script per 1000 dollari sul nero e la collaborazione con il fratello in Anonimo veneziano.
Davide Comotti è uno dei più meticolosi e brillanti cultori del cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta, quel tipo di cinema - di genere, soprattutto - costretto in una gabbia pregiudiziale per almeno tre decenni prima di vedere la luce di una critica mirata e sensata.
Non è facile avere a che fare con quei filoni cinematografici, perché troppo carichi di 'brutte copie' e lavori superficiali che ne hanno compromesso la fama. Diventa così necessario saper scegliere quelle pellicole che più si distinguono e riproporle in modo innovativo e consapevole.
La scelta di recensire Fango bollente, in questo caso, si è rivelata vincente.