I FILM DELLA RIVOLUZIONE MESSICANA
ALLE GIORNATE DEL CINEMA MUTO DI PORDENONE

L'INFANZIA SFRUTTATA NELLA BERLINO PRIMI '900 NEI FILM DI GERHARD LAMPRECHT, PALADINO DEI DIRITTI UMANI


Il patrimonio cinematografico del Messico è stato a lungo ritenuto praticamente perduto sia per i tragici incendi occorsi agli archivi, sia per il deperimento delle pellicole nel corso del tempo. Ora le Giornate del Cinema Muto, con il sostegno del Governo messicano e con il generoso contributo di I.R.C.A. spa Gruppo Zoppas, hanno avviato un progetto a lungo termine con l'obiettivo di recuperare e restaurare tutti i film muti messicani ancora esistenti. Un primo risultato è la presentazione già quest'anno, a Pordenone, della rassegna Messico: la rivoluzione filmata, che include tre compilation che documentano la drammatica trasformazione del Messico tra il 1896 e la conclusione della rivoluzione. Nella prima, in programma lunedì 7 ottobre (Teatro Comunale Giuseppe Verdi, dalle ore 11.15), si delinea la situazione del Paese alla fine dei 35 anni di dittatura di Porfirio Diaz. Nelle altre due viene seguito il complesso procedere della rivoluzione iniziata nel 1911 con il rovesciamento di Diaz e conclusa nel 1920 con l'elezione di Alvaro Oregon. Quella messicana è stata la più lunga rivoluzione politica del XX secolo e anche la prima ad essere stata ampiamente documentata dal cinematografo. Due sono le collezioni da cui proviene il materiale proposto alle Giornate 2013: la collezione della Filmoteca de la Universidad Nacional Autonoma de Mexico, e la collezione della Cineteca Nacional. La selezione delle Giornate è stata curata dallo storico Aurelio de los Reyes Garcia-Rojas, presente al festival.
Nel programma di lunedì spicca anche Die Unehelichen (Gli illegittimi), 1926, di Gerhard Lamprecht che si basa su una relazione ufficiale dell'Associazione per la protezione dei bambini dallo sfruttamento e dagli abusi. Lamprecht è stato attore, sceneggiatore e regista, ma sin dall'infanzia anche collezionista. A dieci anni cominciò infatti a mettere insieme il suo proprio archivio che in seguito avrebbe definito la sua Kinemathek e che nel 1962 fu acquisita dalla Deutsche Kinemathek diventando quindi una risorsa a disposizione di tutti. La sofferenza umana, soprattutto quella dei bambini, è stata al centro dell'attenzione di Lamprecht, che con la sua opera sperava di portare un piccolo contributo ad una compartecipazione più ampia dell'umanità che soffre.