Chi fa rap, nel bene o nel male, sogna ventiquattro ore su ventiquattro e scrive sceneggiature in ogni momento, senza nemmeno accorgersene. (...) Chi vive l’hip hop ha continue “allucinazioni” nella testa che traduce in parole su un foglio, disegni su un muro e così via. (Dalla prefazione di Tommaso Zanello, noto ai più come Piotta)

Le parole del rapper romano non potrebbero introdurre meglio il libro di Luca Gricinella, perché spiegano, in metafora, quale denominatore comune ci sia alla base dell'esperienza cinematografica e di quella hip hop.
Chi vive, o ha vissuto, con trasporto la cultura hip hop non può aver certo trascurato la fitta serie di corrispondenze, ora evidenti ora appena accennate, con il 'pianeta Cinema'. Non fosse altro che per la narrazione per immagini che caratterizza gran parte delle liriche, valore aggiunto che gli altri generi non possono nemmeno avvicinare.
Se poi tale narrazione si materializza con la produzione frenetica di videoclip (teaser e trailer compresi) tipica degli ultimissimi anni, la compresenza di cinema e rap diventa quasi un'evocazione.
Cinema in rima non dà per scontato niente, bensì snocciola in maniera esaustiva ogni tipo di approccio possibile all'argomento, smontando in partenza le eventuali reazioni del lettore inesperto (e malaccorto), tentato di riunire gli stilemi della cultura hip hop nei soli generi della commedia e del gangster movie, pur giustamente ricordati - a riguardo, si pensi a pellicole esemplari come Paid in Full e How High - Due sballati al college.

E ancora, esiste un rapper che non sia appassionato di cinema? Quanti di loro devono il nome d'arte a un personaggio di un film? Quale genere musicale presta di più i suoi rappresentanti ai set cinematografici?... Domande retoriche, alle quali è giunto il momento di elaborare risposte complete ed elaborate, esplorando le radici di una cultura contagiante e contagiata dal grande schermo.
Il tutto seguendo la linea di sviluppo del rap italiano, da SxM alle derive odierne, ora che il fenomeno è esploso e si misura a pieno titolo con la cultura pop (con i pro e i contro di sorta).

Film come Paid in Full, New Jack City, Colori di guerra (Colors), Boyz N the hood, Juice, L'odio, pietre miliari, come si dice, vengono analizzati da svariati punti di vista, con un'attenzione particolare alla reazione della critica ai tempi dell'uscita nelle sale, lasciando spazio così a un'importante analisi sociale del fenomeno.
Risuonano i nomi imprescindibili di Spike Lee (e l'annosa polemica con Tarantino), John Singleton, Tupac Shakur, RZA, Manetti Bros, Eminem... Già, ci sarebbe anche Eminem, che con 8 Mile ha portato a casa una statuetta grazie alla celebratissima Lose yourself.
Non si parla solo di film sul rap e sull'hip hop, c'è molto di più.

Davvero difficile riassumere tutto, perché si parla di molte cose in questo libro. Ma ciò che conta è coglierne l'iter, lasciandosi guidare in un immaginario che può affascinare anche i meno esperti, proprio per il suo carattere legato alla fantasticheria e all'immaginazione, che è la via di fuga dell'adolescente che vuole essere un rapper, ma è anche la via di fuga per tutti noi.
In fondo, è questione di attitude, come chiarisce giustamente l'autore in un concetto imprescindibile: "Esiste il rocker, che può anche restare chiuso nel garage o nella cantinetta a strimpellare e bere birra, ed esiste la rockstar, rincorsa da fan e groupie nei backstage dei grandi palchi. Il rapper invece è sempre e comunque il rapper. Il suo modo di esprimersi e vivere questa passione o forma artistica prescinde da fama e successo, è scenico anche al di fuori del palco. La parlata enfatica con gesticolio annesso non prevede l’autocensura in circostanze di vita quotidiana."


Titolo **** Cinema in rima. La messa in scena del rap

Autore **** Luca Gricinella

Editore **** Agenzia X