La tesi Tra pornografia ed erotismo: il documentario come strumento didascalico – Il caso Doc Erotika al Bellaria Film Festival è nata, oserei dire casualmente, dopo la mia partecipazione alla manifestazione bellariafilmfestival (bff), svoltasi a Bellaria-Igea Marina (Rimini) dal 2 al 6 giugno 2009, come inviato del DAMS dell’università di Bologna nel gruppo “Professione reporter” (aperto a tutti gli studenti che intendono cimentarsi nella professione d’inviati all'interno di un Festival).
Durante questa interessante e formativa esperienza ho capito - ancora una volta - quanto è importante la corretta conoscenza della lingua italiana e come uno dei più ricchi ed evoluti lessici sia usato molto parzialmente e spesso impropriamente.
Chi ha coniato la famosa frase che definisce gli italiani come “un popolo di santi poeti e navigatori”, forse, è stato troppo audace. Certo l’Italia, nella sua storia passata e anche recente, può vantare illustri personaggi appartenenti alle tre macro-aree e nello specifico a quella poetica ma, di contro, il volgo gode di beata e rassegnata ignoranza.
Quest’uso improprio della lingua può portare ad interpretazioni sbagliate e, di conseguenza, a commenti e azioni lungi dalla proposizione di partenza.
Ed ecco che se un gruppo di studenti dell’università di Bologna, iscritti al D.A.M.S., è inviato a Bellaria Igea Marina per seguire e documentare il “27° bellariafilmfestival” dedicato al “cinema documentario italiano di creazione e narrazione”, vanno in giro per la ridente cittadina romagnola a far riprese, interviste ai professionisti e ai passanti, scoprono come quest’ultimi si dimostrano veraci italiani.
Alcune risposte, come più dettagliatamente potranno essere esaminate nell’appendice della mia tesi, ti fanno, di fatto, riflettere. La sconoscenza della differenza tra documentario e film o tra pornografia ed erotismo non è straordinaria; se poi si applica la legge matematica della proprietà commutativa: “cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia”, il gioco è fatto.
Infatti, molti intervistati, usando la proprietà commutativa e l’ignoranza (in materia, senza offesa alcuna) sintattica, hanno confuso la sezione DOC EROTIKA, rassegna fuori concorso inserita nel palinsesto del bff 2009, con una sezione dedicata ai film pornografici.
Questa esperienza ti stimola a dedicare un po’ del tuo tempo per chiarire se esiste e qual è il confine che demarca il film dal documentario e l’erotismo dalla pornografia.
Questa ricerca, dapprima estemporanea, mi ha coinvolto al punto tale da approfondire l’argomento e, perché no!, proporlo come tesi di laurea.
Il termine Erotika (erotica) nel lessico italiano ha un suo ben specifico significato: trattazione della sfera sessuale dell’amore dove, in nessun caso, deve essere presente l’osceno e non deve mai suscitare disagio.
Il documentario erotico è la rappresentazione di questa sessualità con fini didascalici.
Per gran parte di noi italiani, complice l’uso “leggero” del nostro lessico, tutto quello che parla di sesso è sistemato nello stesso calderone; il calderone della lussuria e trasgressione, il paiolo del peccato.
Pertanto, anche nell’ambito cinematografico, spesso non si fa distinzione tra il genere erotico, "diegeticamente impegnato”, e quello pornografico, “diegeticamente inutile” (come ha scritto Linda Williams, massima esperta nello studio dell’hardcore: “la narrazione, nel porno, è attiva ad un livello performativo: ciò che si raccontano non sono storie che riguardano i soggetti e le loro azioni, bensì i corpi e i loro atti”). Questa distinzione è fine ad un mero concetto lessicale che non può e non vuole prendere posizione sulle due forme d’arte anche perché, personalmente, sono convinto che “l’ipocritamente bistrattato” cinema Hard ha una sua ragione d’essere e, a volte, può risultare interessante e meritevole di attenzione (in merito cfr Pietro Adamo, Il Porno di Massa). Ovviamente, la pornografia richiede circospezione e ambiti consoni alla sua trattazione (ambiti, sia ben inteso, non necessariamente di nicchia o popolari).
La rassegna Doc Erotika scambiata, per l'appunto e in buona fede, per una rassegna pornografica – ovviamente inadatta al contesto da “turismo familiare” di Bellaria - ha sollevato un gran polverone mediatico e politico che ha portato al licenziamento del suo direttore artistico e a pesanti accuse reciproche.
La tesi, assolutamente obiettiva e acritica verso le religioni e la politica che pur sono contemplati, si propone di confutare lo stereotipo sociale, che abiura l’erotico e la sua rappresentazione, per riportarlo nel suo ruolo, criticabile fin che si vuole, di didascalica sessualità.
Dopo aver presentato la rassegna nel suo complesso, il mio lavoro si sofferma sulla sezione Doc Erotika, trattando specificatamente i quattro registi in rassegna e i loro documentari presentati al bff.
I commenti e le osservazioni, implicite ed esplicite, spaziano dall’aspetto religioso a quello psicologico, dall’etico al frivolo sempre, lo ribadisco, in maniera obiettiva. Vengono, rispettosamente e con grande circospezione, menzionate idee e posizioni di valenti scienziati del calibro di Michel Foucault, Sigmund Freud, Alfred Charles Kinsey, Margaret Mead … che in questo campo hanno dedicato spazi, più o meno consistenti e specifici, sicuramente di grande importanza.
Il lavoro prosegue tracciando l’evoluzione storica del cinema documentario di trattazione erotica, con specifico riferimento ai registi e alle loro produzioni dalla genesi ad oggi.
Nelle conclusioni è evidenziato il parallelo tra la “censurabile” rappresentazione erotica (controllata) e la “libera” rappresentazione di filmati violenti, demenziali e cruenti, non raramente al limite del decoro (soprattutto col riferimento al concetto di “diritto prevalente” per la tutela dei bambini), che certa TV trasmette, senza pudore, in qualsiasi momento della giornata… senza alcun polverone mediatico o politico.