Secondo capitolo della collaborazione Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia - Giornate del Cinema Muto di Pordenone (la cui XXVI edizione è in programma dal 6 al 13 ottobre prossimo). Dopo la proiezione di Intolerance di David Wark Griffith, per l’inaugurazione della sezione Nuovi Restauri, sabato 8 settembre è il turno del film western di John Ford The Iron Horse, proiezione al PalaLido alle ore 13. L’evento giunge a coronare lo spazio che la mostra ha riservato al genere, con la grande retrospettiva dedicata al western all’italiana, alla presentazione di 5 film restaurati di Budd Boetticher, e alla presenza nelle sezioni ufficiali di numerose opere che rendevano un chiaro omaggio al più americano dei generi.

Prima di The Iron Horse Ford aveva già diretto moltissimi film sul tema della conquista della frontiera, ma è con questo che la poetica dell’autore trova una fisionomia più precisa. Dedicato a George Stephenson, pioniere della ferrovia, The Iron Horse racconta l’epica costruzione della prima linea ferroviaria transoceanica che unì l’est all’ovest degli Stati Uniti nel 1869. Per il suo film Ford potè avvalersi di grandi mezzi tecnici, disporre di grandi masse, di mandrie di 10.000 capi bovini e di 1.300 bufali, del modello preciso delle due locomotive protagoniste dell’impresa, la Jupiter e la 116, che, partendo dai due capi opposti dell’oceano Atlantico e Pacifico, si ricongiunsero nello Utah. Una storica fotografia di Andrew Russell che immortala il momento, con gli operai in posa sui binari e le locomotive sullo sfondo, viene citata esplicitamente da Ford, che con questo film intende celebrare il significativo contributo al progresso rappresentato dal nuovo mezzo di comunicazione. Una conquista della democrazia più che del capitalismo, e infatti l’attenzione e le simpatie di Ford sono tutte per i lavoratori (molti dei quali di origine irlandese, come lo stesso regista). Simpatia e ammirazione che il regista riserva anche alla figura di un grande democratico come il presidente Lincoln, un personaggio storico sul quale Ford lavorerà anche in seguito. L’importanza di The Iron Horse non sta certo nella storia sentimentale in esso racchiusa, quanto nella potenza delle immagini. Come notava in un suo libro il regista inglese Linsday Anderson (John Ford, Ubulibri, 1985) “la tremenda forza di questo affresco appassionato ci colpisce anche oggi: le turbolenti città che crescono intorno ai cantieri della ferrovia, gli avventurieri e le ragazze nei bar e nei bordelli, la giustizia sommaria nel tribunale-saloon, il buonumore degli operai, la ferocia degli indiani, le locomotive che avanzano su terreni impervi, le città sradicate e trasportate al seguito degli uomini che la ferrovia spinge a ovest. Una nazione si espande e cresce davanti ai nostri occhi…”

The Iron Horse è un classico del cinema muto e fu proiettato alle Giornate nel 1998, a conclusione di una retrospettiva dedicata alla Fox, nella versione Channel Four/Photoplay con la partitura orchestrale scritta e diretta da John Lanchbery ed eseguita dal vivo dalla Camerata Labacensis. Per Venezia, il film è stato restaurato e la partitura musicale abilmente ri-orchestrata dalla Twentieth Century Fox Home Entertainment e da Schawn Belston della Twentieth Century Fox Archives and Restoration Group. La nuova versione musicale del 2007, incisa digitalmente e in 5.1 surround, è di Christopher Caliendo.