"Trasposto da un romanzo di Sciascia. In questa nuova occasione d’incontro tra lo scrittore siciliano e il cinema l’esito sarà di sicuro più felice.
Primo fattore importante, perché l’incontro diventi proficuo, è il diverso interesse che il regista, in questo caso, dimostra per la materia narrativa che ha di fronte.
Petri è un uomo colto ed impegnato politicamente, e dimostra questa sua sensibilità alle dinamiche sociali, in atto attorno a lui, in ogni suo film. Questo basta a farci intuire quali motivazioni lo spingono ad avvicinarsi ad un’opera come "A ciascuno il suo" di Sciascia.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un giallo inquietante, che ha come luogo d’azione un paesino della Sicilia. In questo caso però, pur essendoci nella trama elementi quali il denaro e la passione, vengono trattati in modo molto più elegante e soprattutto funzionale alla storia descritta da Sciascia.
L’intricato rebus, a sciogliere il quale si sente chiamato il povero professor Laurana, resta, come nel romanzo, solo l’espediente per denunciare la realtà mafiosa che governa la Sicilia.
L’intelligenza del regista gli fa comprendere che gli avvenimenti “cittadini” (ossia quelli che si svolgono a Palermo, in questo caso, anziché a Roma com’era ne "Il giorno della civetta") hanno una grande rilevanza nell’economia della resa del “senso” ultimo della storia."