"Oltre ai temi già incontrati in altri film e alla novità dell’interpretazione della guerra combattuta tra l’8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945, il film di Lizzani ci offre un’altra prospettiva che, a parer nostro, non si era fino a quel momento rivelata in tutta la sua importanza; si tratta del rapporto tra italiani che avevano assunto diverse posizioni di fronte alla Resistenza e alla guerra contro i tedeschi.
Per la prima volta compaiono dei soldati italiani in divisa repubblichina, essi affiancano i tedeschi nelle azioni contro gli operai della fabbrica occupata e non esitano a sparare contro i loro connazionali. In Achtung! Banditi! ci sono quindi anche gli italiani “cattivi” e questo rende l’atmosfera più credibile. Esistono però altre figure di italiani: sono gli Alpini.
Lizzani non resiste alla celebrazione del mito degli alpini che è molto sentito dagli Italiani, che in quegli anni li ricordano come i soldati che hanno combattuto e sono morti in Russia in condizioni disumane anche per colpa dell’atteggiamento tedesco: sono ritornati decimati dal gelo della steppa con un profondo odio nei confronti dell’alleato, sono tra i primi militari che dopo l’8 settembre scelgono di andare in montagna a fare i partigiani. Altro elemento nuovo nel film di Lizzani è la consapevolezza dell’esistenza e la presenza e di un’organizzazione alle spalle degli operai e dei partigiani.
In tutti i film che hanno preceduto Achtung! Banditi! il ruolo delle organizzazioni resistenziali è ampiamente sottovalutato fino a far sorgere il dubbio che in realtà la Resistenza sia stata un fenomeno spontaneo senza collegamento tra una zona e l’altra o tra una banda e l’altra."