"La produzione dell’adattamento di "Meno di zero" si è dovuta scontrare tra esigenze diametralmente opposte. Da una parte la necessità di rendere accessibile per il grande pubblico cinematografico un romanzo di successo ma che tocca tematiche decisamente controverse, dall’altra la seria possibilità di realizzare una pellicola “cult” che sia in grado di catturare lo spirito di una generazione.
Lo stare in bilico tra le due posizioni, come si vedrà, risulta il limite maggiore del lavoro. Prima, però, è necessario tornare all’inizio della lavorazione. Nonostante i diritti del libro di Ellis siano stati acquistati già un paio di mesi prima della sua uscita, nel 1985, ci sono voluti due anni per la produzione della pellicola. In questi due anni, però, molte cose sono cambiate. Il romanzo ha infatti scatenato un mare di discussioni riguardo alle sue tematiche, in particolare a proposito di droga e sesso promiscuo, ma soprattutto riguardo al punto di vista apatico e indifferente del narratore protagonista.
La pellicola non poteva esimersi dal prendere una posizione riguardo agli argomenti affrontati e doveva scegliere tra assumere un punto di vista amorale, come nel libro, oppure morale, come era consigliabile per una pellicola hollywoodiana indirizzato a un pubblico giovane. Lo studioso americano Jeffrey Sconce spiega come fin dagli anni Trenta e Quaranta gli studios hollywoodiani dessero particolare importanza, nell’affrontare la trasposizione da un lavoro letterario, a convertire il capitale culturale del libro in capitale economico. Ciò richiede un processo molto più complesso della semplice trascrittura del materiale in un nuovo medium e implica una serie di conciliazioni e mediazioni per rispondere alle diverse attese da parte del pubblico cinematografico e da parte dei lettori del romanzo.
È necessario dunque negoziare tra le convenzioni specifiche del mezzo cinematografico come prodotto commerciale e le esigenze artistiche e di fedeltà al testo originale. Mark Fenster, che ha scritto un saggio sulla trasposizione di Meno di zero, individua tre conflitti principali sostenuti dalla produzione del film: tra le convenzioni letterarie e le convenzioni cinematografiche; tra la mancanza di moralità del romanzo e la necessità di inserirne una nell’adattamento; e tra le esigenze commerciali e le pretese artistiche e culturali.
Oltre alle esigenze propriamente artistiche, c’è inoltre da considerare lo status di opera “cult” e di “voce” di una generazione raggiunto nel frattempo dall’opera di Ellis tra i suoi coetanei."