"Nella rappresentazione cinematografica il concetto di comunità, ascrivibile alla sfera hippie, viene ben rappresentato, secondo Fantoni Minella, in un film come Alice’s Restaurant (1969) di Arthur Penn, pellicola con un ritmo di una ballata popolare: 'oltre che sincero ritratto corale di un’epoca e di una generazione che ha sperimentato l’Utopia attraverso la pratica della droga, proprio come Alice nel suo bizzarro viaggio, e le pratiche comunitarie a cui si ispira il pensiero hippie, è anche un invito a riconciliare la tradizione culturale della ‘strada’ (che da Jack London attraverso Woody Guthrie, giunge fino a Bob Dylan e ad Arlo) con la cultura psichedelica delle nuove generazioni'.
Secondo La Polla la storia d’amore e di tradimenti che viene rappresentata è banale e denuda fin troppo la propria ispirazione culturale. 'Dietro all’anticonformismo degli hippies amici di Alice c’è ancora una morale ottocentesca (…) il vecchio sogno comunitario trascendentalista ritorna in versione solo apparentemente aggiornata, ma a poco servono i capelli lunghi, lo slang nuovo di zecca e l’arsenale tecnico-scenografico del cinema off: Alice’s Restaurant è un film vecchissimo, la nostalgia che agita è quella del sogno thoreauniano imbastardita da un Twain di superficie e dai peggiori scampoli del romanzo sentimentale'."