"Boxcar Bertha è dominato dal tema della fuga e dalla figura del cerchio. La struttura del film è circolare: la storia si apre e si chiude con la protagonista in posizione di osservatrice e testimone dolorosa di due morti, prima quella del padre poi quella dell'amante, quest'ultima resa più atroce e crudele dal modo (Bill viene crocifisso sui vagoni merci di un treno dagli sgherri dei McIvers).
C'è, anche, una circolarità più esplicita e letterale: quella del percorso obbligato dei treni (simboli di un viaggio storico ed esistenziale), metafora evidente della struttura “a cerchio” del film. E non solo l'episodio finale riprende quello iniziale, componendo così un cerchio in cui è inscritta la storia narrata, ma ogni situazione del film ritorna costantemente (le fughe, le risse, i lavori forzati, le evasioni, l'amore) in condizioni, però, sempre mutate, caricando i singoli episodi di significati, di volta in volta, diversi e contribuendo a creare quello che viene definito un «racconto dall'andamento spiraliforme».
Interessante è il rapporto di filiazione in cui Scorsese si pone in relazione al periodo storico considerato (gli Stati Uniti della Grande Depressione) e alla raffigurazione che il cinema americano ne aveva già dato, in particolare negli anni '60 e oltre (dai film dello stesso Corman a quelli di Robert Altman) inserendo tutta una serie di citazioni e rimandi filmici che richiamano modelli cinematografici precedenti: l'intervista alla prostituta è praticamente identica, per esplicita ammissione dell'autore, ad una scena di Vivre sa vie (Questa è la mia vita) di Godard; la crocifissione finale, oltre che evidenziare le ossessive pulsioni religiose dell'autore e inaugurare la tematica cristologica che percorrerà praticamente tutta l'opera del regista, con la separazione degli amanti è chiaramente ispirata a Duel in the Sun (Duello al sole) di King Vidor (opera che è tra i pilastri della formazione scorsesiana); evidente è l'omaggio alla coppia di registi inglesi Powell e Pressburger, di cui due dei personaggi, nei titoli di coda, portano il nome; numerosi risvolti figurativi e alcune battute alludono a The Wizard of Oz (Il mago di Oz) di Victor Fleming, come l'acconciatura di Barbara Hershey (Bertha) modellata su quella di Dorothy. Da notare il personaggio di Rake Brown (l'ebreo del bronx), interpretato da Barry Primus, che, dopo le modifiche alla sceneggiatura ad opera di Scorsese, divenne quasi un alter ego newyorkese del regista."