Alle sue origini il cinema nasce come mezzo tecnico, cioè come cinematografo. Col passare del tempo a questa componente tecnologica se ne aggiunse una artistica che fece dello strumento tecnico la cosiddetta Settima Arte. Le due nature continuarono a convivere, più o meno pacificamente, benché non sempre le innovazioni tecnologiche fossero accolte favorevolmente dagli artisti-autori. Eppure dette innovazioni sono state parte integrante dell’evoluzione del cinema, anzi ne hanno spesso risollevato le sorti nei momenti di crisi.
Anche oggi il cinema sembra trovarsi ad un punto di svolta. Da alcuni anni, infatti, si è iniziato ad annunciare la morte del cinema o, quantomeno, il suo malessere, riferendosi sia ad una crisi economica, determinata dalla continua minaccia di televisione, home video ed internet, sia ad una crisi dei contenuti. Questo, in particolar modo, riguarda la situazione del cinema italiano.
Dato lo stato delle cose, oggi, alcuni registi hanno iniziato a riporre le loro speranze nello sfruttamento della tecnologia digitale. Essi si augurano, infatti, che l’introduzione del digitale possa favorire una ripresa dell’industria cinematografica, grazie ad un progressivo accostamento tra cinema e nuovi media, tra i quali il computer la fa da padrone.
La tendenza è quella di una conversione al digitale di tutte le fasi del processo produttivo del film. D’altronde la maggior parte delle speranze, ma anche le critiche, riguardano l’uso della tecnologia digitale nella fase di ripresa-produzione del film.
Le frontiere della produzione digitale si concretizzano in due differenti opportunità: quella di girare in modo più o meno tradizionale, ma utilizzando telecamere digitali al posto della macchina da presa o quella di creare le immagini direttamente attraverso un computer senza la necessità di riprodurre eventi reali, utilizzando ambienti e personaggi virtuali.
La storia del cosiddetto “cinema digitale”, la cui definizione risulta alquanto vaga, è ancora recente e pochi sono gli studi sull’argomento.
Oggi questa denominazione comprende, in modo alquanto generico, tutti quei film per la cui realizzazione vengono utilizzati mezzi digitali siano essi telecamere o un computer, dunque le immagini che lo compongono sono di tipo virtuale.
Per approfondire l’analisi di questo argomento così nuovo e poco frequentato è stato necessario fare riferimento ad esperienze dirette, tramite interviste, ed all’analisi dei film “digitali” fino ad oggi prodotti e della loro storia.
Attraverso la comprensione dei processi tecnici è possibile esaminare le differenze tra cinema digitale e cinema tradizionale, tra immagine virtuale e meccanica, tra pellicola e pixel.
Il discorso sul digitale è, quindi, un discorso complesso, che ha bisogno di precisazioni e differenziazioni; che deve essere tenuto lontano da “credenze” e luoghi comuni. Tuttavia ogni studio sul digitale è destinato a diventare obsoleto come l’oggetto di cui si occupa.
Oggi fautori e detrattori della nuova tecnologia si schierano a favore o contro le innovazioni sul piano tecnico, economico ed estetico che essa sta portando. Mentre chi ne studia le caratteristiche ed evoluzioni cerca di prevedere, attraverso un’approfondita comprensione, quali nuovi scenari il “cinema digitale” ci sta prospettando.