È del 27 marzo la notizia dell’annullamento della condanna a morte di Mumia Abu-Jamal: una vittoria parziale, che rappresenta comunque un passo in avanti verso la giustizia per uno dei più importanti esponenti delle Pantere Nere, simbolo della lotta contro la pena di morte, in carcere da 25 anni con l’accusa di omicidio.

Anatomia di un processo forzato, ma non solo: la vicenda individuale di Mumia Abu-Jamal è quella di un intero movimento, quello delle Black Panthers, ancor oggi in cerca di una riabilitazione storica che renda merito del lavoro capillare fatto nelle comunità afroamericane, come ha sottolineato in una recente intervista uno dei fondatori del BPP, David Hilliard: “La maggior parte dei riferimenti riguarda solo le immagini di persone armate, molti giovani non hanno la minima idea del lavoro che veniva fatto allora nelle comunità. Perché i media offrono solo l’iconografia suggestiva della militanza ma non le idee. Che è un modo per screditare il nostro movimento”.

Marc Evans
, con la collaborazione di William Francome, ha ricostruito il processo a Mumia Abu-Jamal, realizzando il documentario Tutta la mia vita in prigione, che vedremo in anteprima (grazie alla collaborazione con Fandango e Amnesty International) venerdì 18 aprile, ore 20, Cinema Lumière (via Azzo Gardino, 65) per la quarta giornata del festival Human Rights Nights, promosso da Comune di Bologna, Cineteca di Bologna, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Assemblea Legislativa Regione Emilia Romagna, Center for Constitutional Studies and Democratic Development.

Oggo sarà anche il giorno di The 11th Hour (ore 20.15, Cinema Lumière), il film prodotto da Leonardo Di Caprio, voce narrante in questo documentario che affronta il problema urgentissimo del collasso ambientale.

Tra gli altri film in programma, War Child (ore 18), dedicato a Emmanuel Jal, bambino soldato divenuto star impegnata dell’hip-hop, mentre Gianni Minà, anche venerdì 18 ospite di Human Rights Nights, presenterà alle ore 16.30 il suo documentario Un giorno con Fidel.