Negli ultimi anni il gusto del travestitismo artistico ha generato, accanto alla più abitudinaria Drag Queen, la figura dell’attore Camp.
Il gusto camp è prettamente americano e risulta fondamentale per comprendere ed apprezzare anche le più provvisorie e periferiche forme di travestitismo teatrale attuale.
Come troviamo nel saggio Gli uni & gli altri, "il camp nasce dal mondo intellettuale omosessuale (...): la sfrontatezza del recupero dei fenomeni passati o contemporanei più abnormi o ipernormali, il senso di umorismo tragico e quasi autolesionistico, la pagliacciata sublimata ad esercizio filosofico quasi aristotelico, la splendida golosità per tutto ciò che è teatrale, kitsch, incongruo, sono caratteristiche di uno spirito particolare che è quello del mondo intellettuale gay".
E’ proprio questo stile che connota quasi tutti i travestiti dei nostri giorni: essi imitano e glorificano le immagini più opulenti e volgari, quelle più assurde e codificate della “femminilità”.
Gran parte del repertorio è tratto dall’imitazione ironica di star hollywoodiane o di cantanti pop. In America la più imitata dai travestiti sembra essere Bette Davis, seguita poi da Mae West, Judy Garland, autentico feticcio per il mondo gay, Marlene Dietrich e, tra le cantanti, Madonna, Barbra Streisand, Gloria Gaynor e Diana Ross.
Così, in Italia, le figure dello spettacolo più imitate dalla Drag Queen sono Wanda Osiris e Mina. Gli spettacoli offrono un’immagine grottesca e quasi scandalizzata della donna.
(Brano tratto dalla tesi di Riccardo Rubino)