L'importanza del teatro in Giappone non sarà mai abbastanza compresa dagli occidentali, così come le sue quattro forme: Bunraku, Nō, Kabuki e Kyōgen.
Il bunraku, in particolare, ha attirato su di sé l'attenzione dopo il film Dolls di Kitano, Così si sono moltiplicati gli studi sulla messa in scena delle marionette - o burattini - a grandezza naturale che interagiscono con la musica in una narrazione tutta particolare.
L'aspetto più curioso è l'influenza del bunraku nel cinema giapponese, sempre congeniale al tema perturbante delle bambole.

"Sebbene l’arte del bunraku sia in possesso di una storia antichissima e rappresenti per qualsiasi giapponese un elemento essenziale del proprio bagaglio culturale e una componente tipica delle sue tradizioni, questa forma di spettacolo ha conservato negli anni un tratto fortemente nazionalistico, restando così quasi del tutto sconosciuta al di fuori del Giappone.
Del resto, nonostante sia una delle più raffinate arti di burattini al mondo, fino a non molto tempo fa (prima che la NHK cominciasse a trasmettere rappresentazioni registrate presso il Teatro Nazionale Bunraku) non esisteva nello stesso Giappone nessuna registrazione video di spettacoli bunraku, all’inverso di quanto avviene per il teatro occidentale.
L’unica documentazione video di un’esibizione di bunraku era infatti di produzione americana: si trattava del dramma I messi dell’inferno di Chikamatsu Monzaemon.
Alcune opere del repertorio tradizionale hanno ispirato la produzione cinematografica di qualche connazionale in passato: è il caso di due film diretti dal regista Shinoda Masahiro, trasposizioni cinematografiche delle omonime opere di Chikamatsu Monzaemon, Doppio suicidio ad Amijima del 1969 e Gonza il lanciere del 1985, di cui soltanto il primo è stato nel 2000 rimasterizzato ed è in circolazione in videocassetta e dvd, esclusivamente in giapponese con sottotitoli in inglese, principalmente destinato al mercato statunitense e di difficile reperimento in Europa."