Giancarlo Zagni sul set di "Senso" di Visconti
"Giancarlo Zagni: 'Senso, prodotto dalla Lux Film, era girato con il sistema technicolor originale che allora comportava una Mitchell (macchina da presa 35 mm. con il blimp e il parallasse) sulla quale era montato uno speciale chassis in cui giravano tre rulli negativi (Negativo Kodak Tripack), ciascuno dei quali impressionava la stessa scena, ma con una sola dominante di colore - rosso, verde, giallo - poi nei laboratori Technicolor di Londra, le tre dominanti venivano a comporsi in un unico negativo dal quale si sarebbero stampate le copie definitive del film.
Anche per questo motivo le riprese di Senso sono durate 28 settimane- normalmente un film si gira in 6/10 settimane - di esse, quasi la metà, in esterni ed interni dal vero, in diverse locazioni (Verona e provincia, in provincia di Vicenza, a Venezia e a Roma), il resto in vari studi dove erano stati opportunamente ricostruiti o adattati sia gli interni che gli esterni, raccordati con gli ambienti dove si era già girato, dal vero. (...)
Diciamo che questi inconvenienti mi fecero capire quei problemi materiali del set che nessuno ti spiega, le mancanze, anche di piccoli, ma insieme ad altri importanti, dettagli del fabbisogno giornaliero sul set.
A quel punto o c’è un regista meno esigente, pensando che poi lo spettatore non farà mai caso a certe incoerenze tra una scena e l’altra, oppure sei uno come Visconti che ad ogni mancanza, rispetto alla sua idea iniziale, bloccava tutto. Ma quando ti fermi a lungo su una scena sprechi tempo e soldi.
Ma quello che conta deve essere il risultato. Visconti aveva un occhio pazzesco per la continuità d’azione nelle scene, questa attenzione quasi maniacale per la continuità la trasmise anche a me, tanto che Stoppa mi diceva che avevo l’occhio deformato della “segretaria di edizione”.
Una volta, in Senso, dopo che s’era girato un bellissimo ed intenso primo piano di Alida Valli, io dissi: 'Guardi che la posizione della mano è diversa rispetto all’attacco che abbiamo nella scena precedente'.
Visconti allora mi sorprese dicendomi: 'Quando un attore ti da’ questo tipo d’intensità, chi se ne frega della posizione della mano'. Ecco un altro grande pregio di Luchino, il saper essere puntuale e pignolo senza eccedere, aggiungendo qualcosa al risultato artistico della scena.
Intanto, in episodi come questo io rubavo importanti astuzie del mestiere di fare cinema. Per questo è importante, accanto agli studi, all’apprendimento accademico imparare il cinema sul set, come s’impara il mestiere nella bottega dell’artigiano'."
Giancarlo Zagni - un uomo di Spettacolo
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