"La vicenda di una passione impossibile, che i protagonisti vivono nell’angoscia e che li porterà alla rovina, viene descritta da Visconti in modo da scostarsi definitivamente dal modello di regia classico, imponendo un cambiamento di rotta a tutto il movimento cinematografico dell’epoca.
La storia è descritta attraverso gli sguardi dei protagonisti, rivolti verso il centro dell’azione. I fatti che sanciscono lo svolgersi della trama avvengono quasi sempre fuori campo, mentre l’inquadratura si sofferma su particolari che evidenziano gli stati d’animo dei personaggi.
Il montaggio è vivace, spezzettato, la continuità dell’azione è sempre messa in discussione e viene spesso stravolta. Oggetto della rappresentazione paiono essere la percezione e l’espressione dei corpi dei protagonisti, perciò l’azione non necessita di essere raccontata direttamente, poiché viene efficacemente spiegata dai loro sguardi e dai loro gesti.
L’impatto di una organizzazione filmica così frammentata, sgrammaticata, che provoca uno shock percettivo nello spettatore, sta a rappresentare il disordine e l’instabilità, che sono poi le caratteristiche con cui Visconti percepisce la realtà.
Il realismo di Visconti si attua nel descrivere situazioni nuove, in contrasto con il senso comune della realtà, perciò non può concretizzarsi nell’uso convenzionale della tecnica e del linguaggio cinematografico, ma nel suo stravolgimento. I temi trattati dal regista milanese nei suoi film, specialmente in quelli neorealisti, fanno risaltare una poetica basata sul sentimento, sulle sensazioni.
Visconti racconta le sue storie attraverso le sensibilità dei personaggi, basandosi sulla autenticità delle emozioni che scaturiscono da una eccezionalità della vita che viene sempre messa in evidenza, sia nei momenti gioiosi che in quelli tragici."