Fuori nelle sale americane nel dicembre 1996, Scream rimescola le carte di un genere tramontato e propone al pubblico un prodotto nuovo, mai visto prima.
Gli ingredienti sono molteplici, a partire dalla produzione: la neonata "Dimension Films" ha intenzione di lanciarsi con qualcosa di notevole e innovativo e decide di scommettere sulla sceneggiatura di Kevin Williamson, allora sconosciuto; ritiratosi per tre giorni nel deserto, il futuro sceneggiatore di Dawson's Creek scrive di getto un copione dal titolo Scary movie, infarcendo i dialoghi di riferimenti al cinema horror e slasher, oltre a orientare l'intreccio proprio su questi generi, che, da anni, avevano stancato Hollywood e non impressionavano più.
La chiave del successo, oltre all'autocitazionismo del genere, è lasciare spazio alla commedia come contraltare all'aspetto splatter e violento; fondamentalmente parodiare un genere che non doveva troppo prendersi sul serio, ma senza trascurare la suspense e le dinamiche dell'horror.
Dopo un tira e molla estenuante, Wes Craven accetta di dirigere il film, stimolato da una sfida che può rilanciarlo come un padre del genere, dopo la fiacchezza degli ultimi anni. Stimolo reso più forte dall'adesione al progetto di Drew Barrymore, che, all'ultimo, decide di non vestire i panni della protagonista, ma quelli della prima vittima. Una scelta vincente: nessuno si aspetta che la star possa morire, invece succede dopo dieci minuti, in un prologo perfetto che caratterizzerà poi tutta la saga.
Primo segno della novità, delle regole che cambiano. La consapevolezza delle regole per sopravvivere in un film horror, snocciolate da uno dei personaggi, è la coscienza palesata di ciò che si sta mettendo in scena. Ma non c'è nessuna certezza di ciò che può accadere, perché Scream gioca con le abitudini e le aspettative degli spettatori, li spaventa e li delizia con citazioni che non fanno sembrare i protagonisti delle marionette, come nella tradizione.
Tradizione che guarda a questo prodotto come a un erede destinato a restituirle linfa vitale: Nightmare, Venerdì 13, Halloween e altri sono i padri di Scream e assistono alla manipolazione di un genere che cambierà definitivamente gli stilemi classici, portando la sfida a un livello più alto, perché consapevole.
Oltre alla Barrymore, uno dei volti di Friends Courteney Cox ottiene una parte importante, così come David Arquette e Henry Winkler.
Una maschera trovata casualmente sul vecchio set di L'ombra del dubbio ispira quella di Ghostface, la cui voce sarà prerogativa di Roger Jackson, mai presentato al cast per tutto il corso della saga nell'intento di mantenere un clima di terrore sul set.
La decisione finale di Bob Wenstein fu cambiare il titolo, Scary movie non era adatto a un prodotto che non voleva essere solo 'terrorizzante', ma anche divertente; così, ascoltando la hit di Michael Jackson in rotazione in quel periodo, decise di ribattezzare il film nello stesso modo: Scream.
Superati i problemi con la MPAA con qualche taglio qui e là per attenuare la crudezza di certe immagini, Scream è pronto per sfidare chi ha scommesso contro un soggetto dove vengono squartati dei liceali ed è consegnato nelle sale come regalo di Natale. Il primo weekend non è entusiasmante, ma la seconda settimana gli incassi non diminuiscono. Si sparge la voce, risultato: 35 settimane di presenza nelle sale...
E adesso? Qual è il tuo film horror preferito?