"In Scream il filmato di una telecamera di sorveglianza permette alla giornalista televisiva d’assalto Gale Weathers e al suo cameraman di assistere in diretta (o meglio in differita, seppur di pochi secondi) agli assalti del serial killer. (...)
Ma Scream si spinge oltre. Non utilizza solo falsi notiziari televisivi e filmati amatoriali, ma arriva addirittura a ricreare intere sequenze di falsi film sugli eventi della trilogia stessa (i film sui film nei film), ovvero la serie “Stab”. Il riferimento alla trilogia horror di Wes Craven non è casuale nell’ambito della nostra riflessione sul mockdocumenatry e il suo rapporto con la realtà.
In primo luogo perché Scream ha incoraggiato la confusione tra realtà e finzione: il film racconta proprio la storia di alcuni ragazzi che confondono queste due categorie non comprendendo, al pari di coloro che nella realtà attribuiscono semplicisticamente la colpa della violenza ai film, che la finzione è un punto di vista ontologico radicalmente differente dal nostro mondo, anche se, in determinate circostanze, può ispirarsi ad esso o assomigliargli.
In secondo luogo, Scream riveste un ruolo interessante all’interno della nostra riflessione in quanto il film, proprio come il mock-documentary, gioca a nascondiglio col cinema nel cinema. Scream è un esercizio metacinematografico in cui i capitoli che compongono la trilogia e quelli della serie “Stab” si mescolano in un preciso meccanismo autoreferenziale, che non rinuncia all’ironia sul genere horror e sul cinema in generale.
Questa precisa autoreferenzialità del testo, caratterizzata da un atteggiamento parodistico nei confronti del genere a cui il film appartiene, avvicina Scream al mockdocumentary e al suo rapporto col documentario e, di conseguenza, con il discorso sulla realtà.
Pur ritenendo importante questa analogia è comunque opportuna ricordare che, a differenza del mockdocumentary, Scream, pur incitando a confondere il mondo della finzione con la realtà, resta dichiaratamente un testo di pura fiction riconoscibile, che non pretende di essere altro."