Si è svolta nella cinquecentesca Torre di Michelangelo la serata conclusiva della sesta edizione dell’Ischia Film Festival.

La giuria composta dal regista Francesco Munzi, dallo scenografo Amedeo Fago, dall’attore Mattia Sbragia e dal giornalista Francesco Alò ha premiato il cinema straniero: “Lost Holiday” di Lucie Králová come miglior documentario, “Eau boy” di Eric Gravel come miglior cortometraggio, “Angels Die in the Soil” di Babak Amini, per la sezione Location Negata, novità di questa edizione per raccontare i territori violati dal progresso, dalla guerra o dalle calamità naturali e privati delle loro storie.

Nella selezione ufficiale, oltre cento opere provenienti da 23 paesi diversi, un successo che consolida l’importanza di un festival caratterizzato da un tema unico al mondo. Una menzione speciale è stata assegnata al documentario “Feet Unbound” di Khee-Jin Ng e al cortometraggio “Salvador” di Abdelatif Hwidar.

Il Ciak di Corallo alla carriera, attribuito in passato ad artisti del calibro di Ken Adam e Vittorio Storaro, è andato quest’anno a Osvaldo Desideri Premio Oscar per la scenografia de “L’ultimo Imperatore”,.

Momento di grande suggestione è stata inoltre l’intervista al regista Ron Howard, al quale il direttore artistico Michelangelo Messina ha consegnato il Foreign Award 2008, il premio alla produzione internazionale che ha scelto l’Italia quale set cinematografico privilegiato. «Le location sono essenziali per un film ed il libro di Dan Brown trasporta lo spettatore in un viaggio fantastico» ha dichiarato Ron Howard sul set del suo ultimo film “Angeli e Demoni”. «L’Italia è un paese fantastico per girare» continua il regista statunitense, emozionato di ricevere un premio che porta l’effige di una sirena. «Le colleziono sin da quando ho realizzato il mio primo importante lavoro, “Splash una sirena a Manhattan”».