Il Cda della Biennale di Venezia ha deciso che il presidente della Giuria Internazionale del Concorso della 65. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (27 agosto – 6 settembre 2008), sarà uno dei più grandi cineasti della sua generazione, il regista tedesco Wim Wenders, che con la Mostra ha stretto nel corso degli anni un lungo sodalizio fin dall’esordio.

Wenders è stato, infatti, protagonista al Lido già nel 1972 con il suo primo lungometraggio Prima del calcio di rigore (Die Angst des Tormanns beim Elfmeter) e ha vinto dieci anni più tardi con Lo stato delle cose (Der Stand der Dinge) il Leone d’Oro, primo di una serie d’importanti riconoscimenti che lo hanno portato alla ribalta internazionale.

La filmografia del regista si è intrecciata con la Mostra ancora numerose volte nel corso degli ultimi decenni: nel 1989 Wenders ha presentato Lampi sull'acqua - Nick's movie (Lightning Over Water) nella sezione Mezzogiorno-Mezzanotte; nel 1985 ha proposto Docu Drama alla Settimana Internazionale della Critica; nel 1994 il mediometraggio Arisha (Arisha, der Bär und der steinerne Ring) ha partecipato alla sezione Finestra sulle Immagini; nel 1995 Al di là delle nuvole, firmato insieme a Michelangelo Antonioni, presentato fuori concorso, ha vinto il premio Fipresci; nel 1996 è stato proposto nella sezione Finestra sulle Immagini il lavoro televisivo I fratelli Skladanowsky (Die Gebrüder Skladanowsky); nel 2004 il regista è tornato in concorso con Land of Plenty.

*******************

Una breve biografia

Punto di riferimento imprescindibile tra i registi del Nuovo Cinema Tedesco, Wim Wenders (Düsseldorf, Germania,1945) è un autore tra i più innovativi del cinema contemporaneo per scelte tematiche e stilistiche. Il suo cinema, rifiutando lo schema narrativo tradizionale, attraversa generi differenti e crea opere sempre complesse e ricche di prospettive che mettono in luce le contraddizioni e le tensioni della società tedesca, portandone in primo piano i problemi politici e le questioni sociali ed esistenziali. Ponendo sempre al centro della propria indagine il rapporto fra musica e immagini, Wenders ha legato tali riflessioni al tema del viaggio e del movimento in un continuo gioco di rimandi fra realtà e finzione.

Poco più che ventenne, dopo essersi dedicato alla pittura e all’incisione, scopre la passione per il cinema alla Cinèmathéque française. Studia alla Hochschule für Film und Fernsehen di Monaco, scrive come critico e gira i primi cortometraggi (Schauplätze, Victor I, Silver City, Drei Amerikanische LP’s), in cui sono già presenti motivi e forme della sua futura filmografia, come l’attenzione all’immagine e al metacinema, l’amore per il rock e il tema del viaggio. Dopo aver realizzato nel 1970 Estate in città (Summer in the City), suo film diploma alla scuola cinematografica di Monaco, nel 1972 presenta alla 33. Mostra di Venezia il suo primo lavoro da professionista, Prima del calcio di rigore (Die Angst des Tormanns beim Elfmeter, 1971). Il film, tratto da un romanzo di Peter Handke, anticipa quelle che saranno le coordinate della sua poetica, fatta di sguardi sulla quotidianità, di personaggi che faticano a comunicare e di un cinema che tende a privilegiare l’evidenza visiva più che la sottolineatura verbale. Nel ‘72 fonda con altri registi tedeschi la Filmverlag der Autoren, cooperativa di produzione e distribuzione, punto di partenza del Nuovo Cinema Tedesco, con la quale produce molte sue opere successive, come Alice nella città (Alice in den Städten, 1973), rilettura dei road-movies americani attraverso uno sguardo profondamente europeo debitore del Bildungsroman, e Falso movimento (Falsche Bewegung, 1975), liberamente ispirato al Wilhelm Meister di Goethe. Nel ‘76 è in concorso a Cannes con Nel corso del tempo (Im Lauf der Zeit), pellicola che conclude quella che è stata definita la “trilogia della strada”, iniziata due anni prima con Alice nella città, attraverso cui viene ulteriormente sviluppato il motivo del viaggio. Nel 1977 riprende la struttura del giallo, già usata e rielaborata nelle opere degli esordi, realizzando L’amico americano (Der Amerikcanische Freund, 1977), grazie al quale Francis Ford Coppola lo invita negli Stati Uniti per girare Hammett – Indagine a Chinatown (Hammett, 1982) per la sua Zoetrope Productions. Nel 1980 con Lampi sull'acqua - Nick's movie (Lightning Over Water, 1980), presentato a Cannes e Venezia, racconta gli ultimi giorni di vita del regista, amico e maestro Nicholas Ray, gravemente malato di cancro ai polmoni e al cervello. Due anni più tardi, proprio alla Mostra, il cinema di Wenders sale definitamene alla ribalta con Lo stato delle cose (Der Stand der Dinge, 1982), riflessione sul mestiere del cinema, consacrato dal Leone d’Oro. Altri riconoscimenti importanti arrivano nel 1984, anno di Paris, Texas, con il quale riflette nuovamente sul viaggio e sull’America vincendo la Palma d’Oro e molti altri premi internazionali. A questo film segue – dopo un intermezzo con il documentario Tokyo-Ga (1985) dedicato a Yasujiro Ozu, regista che considera suo maestro – Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin, 1987), poetica storia popolata da angeli desiderosi di riconquistare una natura più umana, fra i maggiori successi di Wenders a livello di critica e pubblico, premiato per la miglior regia al Festival di Cannes. Il successivo Fino alla fine del mondo (Bis ans Ende der Welt, 1991) è la sua opera più impegnativa dal punto di vista produttivo e viene stravolto dalle esigenze distributive (ma nel 2004 il regista ne riedita la versione director’s cut di 5 ore). Seguono Così lontano, così vicino (In weiter Ferne, so nah!, 1993), Gran Premio della Giuria a Cannes; Arisha (Arisha, der Bär und der steinerne Ring, 1992) presentato a Venezia nel 1994 nella sezione Finestra sulle Immagini; Lisbon Story (1994); e il film realizzato con la collaborazione degli studenti della scuola cinematografica di Monaco, I fratelli Skladanowsky (Die Gebrüder Skladanowsky, 1995), presentato a Venezia nel 1996. Dalla metà degli anni Novanta Wenders gira i suoi film principalmente negli Stati Uniti. Inizia in questa fase la sua “L.A. trilogy” composta da Crimini Invisibili (The End of Violence, 1997), The Million Dollar Hotel (2000), Orso d’Argento al Festival di Berlino e Land of Plenty (2004), in concorso alla 61. Mostra dove vince il premio UNESCO; ritratto amaro e disincantato della povertà e della paranoia negli Stati Uniti di Gorge W. Bush dopo l’11 settembre, Land of Plenty si sviluppa sulle note di Leonard Cohen. È di fine anni ’90 Buena Vista Social Club (1999), documentario premiato con innumerevoli riconoscimenti internazionali e grande successo di pubblico che esplora con sguardo divertito il mondo della musica cubana, avviando una fase di lavori legati alla musica. Il fortunato sodalizio con Sam Shepard, autore del soggetto di Paris, Texas prosegue vent’anni dopo con Non bussare alla mia porta (Don’t Come Knocking, 2005), di cui Shepard scrive soggetto e sceneggiatura, atto d’amore intriso di nostalgia per un cinema e un’America che non ci sono più. L’ultimo lavoro del cineasta, Palermo Shooting (2008), in concorso al 61° Festival di Cannes, segna il suo ritorno in Europa.