Le polemiche sul finale del film e il rifiuto degli attori protagonisti di promuoverlo ha ritardato l'uscita dell'ultimo film di Jim Sheridan.
Effettivamente il finale è interlocutorio rispetto all'evolversi del plot, già sconvolto da una virata improvvisa verso la metà del film.
La verità è che non c'è, in realtà, nulla di nuovo in questa produzione che cerca di cambiare un po' le carte in tavola nell'ambito del thriller psicologico che trascina lo spettatore in una pedissequa scoperta della verità, di pari passo con la presa di coscienza del protagonista.
L'inizio è comunque pregevole, senza fretta e cadenzato nei sinistri silenzi della quotidianità della famiglia di Daniel Craig e Rachel Weisz, tormentata dagli strani eventi che gravitano intorno alla loro nuova casa. Il ritmo lento non è mai un fattore discriminante in questo momento storico, soprattutto se funzionale al regime della suspense che sta alla base di questo genere.
Ma lo stile finisce col subire la mancanza di spessore della storia e la confusione che ne deriva. Inutile così anche il cast notevole di cui si fregia il film, arricchito da Naomi Watts ed Elias Koteas.

Intervista a Daniel Craig