Autori: Comand, Menarini
Edizioni: Laterza (2006)
Pagine: 216
Prezzo: € 16,00
ISBN: 88 420 7367 3

Ferme restando le criticità sulla possibilità, e l’opportunità, di delineare in modo univoco un generico cinema europeo, è evidente come, anche in questo settore, l’Europa tenda a misurarsi e a definire se stessa nel continuo raffronto con la realtà americana.
Le difficoltà riscontrate dalla cinematografia europea nella costruzione di un’identità comune sono legate soprattutto a due fattori: da un lato le divisioni e i conflitti che hanno caratterizzato il Vecchio Continente durante tutto il Novecento e, dall’altro, l’incapacità di stare al passo con il gigante americano, che in poco tempo è stato in grado di costruire una vera e propria industria del cinema.
Fino al primo conflitto mondiale la cinematografia europea è stata particolarmente attiva sia a livello artistico sia a livello produttivo ed economico, proponendo inoltre una forte pulsione internazionalistica. Con l’avvento del sonoro e le conseguenti differenziazioni linguistiche, ma soprattutto con l’esplosione del primo conflitto bellico e delle tensioni tra gli stati e con la nascita dei primi regimi autoritari e dittatoriali, il cinema è diventato uno strumento di divisione e di
propaganda.
Ne hanno approfittato le solide e più agguerrite produzioni americane che hanno iniziato a conquistare il pubblico e a colonizzare il mercato europeo senza mai abbandonarlo (anche se con alcune fasi alterne di riscossa delle produzioni autoctone).

Il volume di Mariapia Coman e Roy Menarini parte proprio da queste considerazioni per affrontare nel dettaglio le poetiche cinematografiche del Vecchio continente e cercare di tracciare una linea comune che ne definisca un’identità specifica.

Vengono così presi in esame i temi ed i generi che maggiormente hanno contribuito a delinere una specificità tutta europea: dal realismo al cinema d’Avanguardia, dalla Nouvelle vague francese alla Neue Welle della Germania dell’Ovest, dal neorealismo agli spaghetti western alla Commedia all’italiana.

Il libro si sofferma inoltre sulle personalità e le collaborazioni che più di tutte hanno marcato la nostra cinematografia: da Ingmar Bergman a Robert Bresson, da Federico Fellini a Pedro Almodovar passando per Nanni Moretti e le accoppiate storiche ZavattiniDe Sica e Kieslowski – Piesiewicz.

Un’ottima guida per apprendere ed approfondire una parte rilevante della nostra storia artistica e per riscoprire capolavori e cineasti che hanno cercato di unire un continente diviso creando un substrato culturale europeo.

Maria Pia Comand insegna Caratteri del Cinema italiano al Dams di Gorizia. È autrice di Piccolo Schermo (Pasian di Prato 2001), Dino Risi – Il sorpasso (Torino 2001), L’immagine dialogica (Bologna 2001) e curatrice di Sergio Amidei, sceneggiatore (con I. Borghese e M. Fedrizzi, Gorizia 2004).

Roy Menarini insegna Storia e critica del cinema al Dams di Gorizia. È autore, tra l’altro, di Visibilità e catastrofi. Saggi di storia, teoria e critica della fantascienza (Palermo 2001), La parodia nel cinema italiano (Bologna 2002), La strana copia. Studi sull’intertestualità e la parodia nel cinema (Pasian di Prato 2004).