L'attenta analisi di Claudio Bartolini sul cinema di Cronenberg - dall'evocativo titolo Videocronenberg - si sviluppa intorno al concetto di 'virus', su più piani di lettura.
Virus è l'elemento in continua mutazione nei film del regista di Toronto, virus è l'impianto strutturale di questo saggio, costruito in sezioni-capitoli quali "contagio", "incubazione", "diffusione".. Uno specchio certamente fedele al cinema di un autore che si è sempre mosso tra una rigidità di fondo e una tensione inarrestabile verso le pieghe oscure e profonde della postmodernità.
Scritto dopo l'uscita di A Dangerous Method, il saggio è introdotto da Giulio Sangiorgio con "Il volto di Jung", che permette di creare un parallelismo tra il film, giostrato sul dialogo e le parole tra Freud e Jung, e il lato meno palesato del cinema di Cronenberg, quello che sta dietro le parole.
Videocronenberg è insomma un tentativo di lettura dell'opus di uno dei registi più complessi e, per certi versi, difficili degli ultimi decenni. Un impianto per provare a spiegare le sue molteplici influenze, dalla psicanalisi alla letteratura beat, dall'arte visiva al postmoderno.

Claudio Bartolini, Videocronenberg. Bietti Heterotopia, 2012