Revolutionary Road è la storia di un’infelicità talmente forte da spingere la protagonista a compiere il gesto estremo.
Eppure April Wheeler ha tutto per essere felice: è giovane, benestante, sposata con un uomo altrettanto brillante, madre di due bellissimi bambini e vive in una zona residenziale - Revolutionary Road - tipica della middle-upper class americana.
Non a caso i due sono una coppia invidiatissima da tutto il vicinato. Ma non è questo che April si sarebbe aspettata dalla vita, si sente prigioniera, ingabbiata e allora sogna che altrove ci sia la felicità. Ecco quindi che cerca di convincere il marito a trasferirsi a Parigi, il luogo della trasgressione e il sogno romantico e di tutta una generazione di americani.
Però l’illusione dura lo spazio di un’estate. Il marito, che in un primo momento accetta l’idea della moglie, riceve un’importante offerta dalla sua azienda e, alla prospettiva di una promozione che lo avrebbe fatto scalare ulteriormente nella gerarchia sociale (nonché nel livello di benessere), rinuncia facilmente all'idea di lasciare tutto e cambiare vita.
Ma è a questo punto che April ha una reazione furiosa e violenta che la porta alla decisione estrema di farla finita. Prima di far questo, però, vuole vendicarsi del marito che aveva definitivamente mandato in frantumi le sue illusioni.
In un primo momento tenta di umiliarlo, concedendosi, durante una serata in un locale da ballo, al marito della coppia dei loro vicini di casa, ma l’esperienza si rivela deludente. Quindi, trovatasi di nuovo incinta, decide, dopo l’ennesima lite, di arrivare al gesto estremo e tenta di abortire da sola. Ma non è in grado di farlo, si procura un’emorragia tremenda e infine, nonostante il ricovero in ospedale, muore.
Tuttavia, al di là della tragedia raccontata dalla storia, quello che vuole mettere in evidenza Richard Yates (l’autore del libro da cui è tratto il film), è tutto il contesto che ruota interno alla vicenda.
Dietro l’apparente idillio, l’America degli anni Cinquanta (la storia si svolge proprio a metà del decennio, nel 1955) è una società spietata, impermeabile a qualunque cosa che non sia conforme alle regole piccolo borghesi dell’american way of life, dove o ci si adegua o si vene espulsi. E dove, in definitiva, per poter sopravvivere si dove fingere. E infatti il figlio della coppia di proprietari della casa di April e Frank, che non vuole sottostare alle regole dell’apparire, viene messo in manicomio.
April si sente prigioniera di tutto questo e non lo accetta, ma non vede possibili vie d’uscita e quindi, nonostante i suoi figli e malgrado sia una donna giovane, non trova altro rimedio che il suicidio; anche se non lo cerca direttamente, lei sa che procurasi un aborto equivale a uccidersi.
Ma non c’è spazio per i drammi a Revolutionary Road: i vicini di casa vogliono dimenticare in fretta i Wheeler e si trovano nuovi amici, la padrona di casa (Mrs Helen Givings) continua a pontificare sulle bazzecole e costringe come sempre l’anziano marito ad abbassare l’audio dell’auricolare dell’apparecchio per i sordi per non sentirla. Frank vende la casa, si trasferisce a New York, ottiene la promozione e tutto rientra nei ranghi, come se niente fosse successo.