JEAN DARLING, ANNY ONDRA, LOUISE BROOKS

CINEMA SVEDESE, UCRAINO, L'ANIMAZIONE SOVIETICA, DOCUMENTARI GEORGIANI, RESTAURI ITALIANI, "A COLPI DI NOTE"
E LA VISITA DI CARLO I A TRIESTE


Alle Giornate del Cinema Muto, protagonista della serata di domenica 6 ottobre al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, è la divina Louise Brooks, che con il personaggio di Lulù è stata fonte di ispirazione per tanti artisti, tra i quali non si può non citare Guido Crepax con i fumetti di Valentina. Il passaporto per l'immortalità artistica lo conseguì, lei americana, in Germania grazie a Georg Wilhelm Pabst che le cucì addosso, in due film, Il vaso di Pandora e Diario di una donna perduta, un personaggio di enorme carisma sensuale. Con la sua interpretazione, con il suo sguardo, con la sua pettinatura alla maschietta, con il suo modo di vestire, diventa l'incarnazione moderna del mito della donna fatale: sensuale, provocante, amorale, pericolosa, ma allo stesso tempo infantile, innocente e pura.
Al Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone, domenica 6 ottobre alle 20.30, con l'accompagnamento di un ensemble capitanato da Günter Buchwald, viene proiettato uno dei migliori film del periodo americano dell'attrice, Beggars of Life (1928) di William Wellman, il regista di Nemico pubblico, E' nata una stella, Alba fatale e tanti altri film. Beggars of Life è tratto dal libro omonimo di Jim Tully e dalla piece teatrale "Outside Looking In" di Maxwell Anderson, coproduttore Eugene O'Neill. Tully era stato in gioventù un hobo, un vagabondo, e il film era ispirato alla sua storia. Anche la Brooks, icona di stile, nel film veste i panni di una vagabonda. Ebbe come partner Wallace Beery, a proposito del quale scrisse molti anni dopo. "Era veramente un ottimo attore, ma passava la giornata a escogitare trucchi per farti restare con le spalle alla cinepresa nelle inquadrature a due. Wellman mi ripeteva: Non permettergli di trattarti così, e io rispondevo: Me ne infischio di quello che fa lui. Il regista sei tu. Alla fine ha dovuto farmi dei primi piani perché nel film mi si vedesse in viso, e così io ero nei primi piani e Wallace era nelle inquadrature a due." Per parecchi anni di questo film è stata disponibile solo una copia a 16 mm, in pessime condizioni. Di recente però la George Eastman House ha riutilizzato il proprio negativo traendone una copia a 35 mm di qualità assai superiore. Oggi Beggars of Life è considerato un classico che ad ogni proiezione sprigiona ancora la sua magia.

Altra protagonista femminile della giornata è Anny Ondra, la prima star bionda hitchcockiana, icona della 32.edizione delle Giornate, che in collaborazione con il Narodni filmovy archiv di Praga presentano i suoi primi film. La Ondra, nata Ondrakova, figlia di un ufficiale austroungarico, trascorse l'infanzia in varie città di guarnigione dell'impero. Si avvicinò molto presto al teatro e fu poi portata al cinema dal futuro grande regista Gustav Machaty. Per la sua vis comica si guadagnò l'appellativo di Buster Keaton in gonnella e fu poi scelta da Hitchcock per il suo ultimo film muto e per il suo primo sonoro, Blackmail. È interessante notare che Anny Ondra rappresenta il prototipo della bellezza femminile per Hitchcock, quel feticcio della bionda che verrà incarnato da tutte le protagoniste del cinema del regista inglese. Anny Ondra lasciò il cinema per amore sposando il campione di boxe Max Schmeling restandogli accanto tutta la vita. Morì nel 1987 e la sua storia ha ispirato ben tre film, l'ultimo dei quali di produzione tedesca risale al 2010.
È il volto sorridente dell'attrice che apre le proiezioni, alle 9 del mattino, accanto al genio del brivido nel provino sonoro per Blackmail, in cui sadicamente viene testata la qualità dell'inglese della Ondra (che nel film venne poi doppiata). Seguono due film. Il primo è Prendetelo-Il ladro maldestro, di Karel Lamac, 1925. Accanto a gag riprese direttamente dal cinema americano, il film presenta altri elementi piuttosto rari nel cinema ceco: costumi western, un cattivo di colore e poliziotti vestiti come nelle slapstick americane. Le ambizioni cosmopolite del film sono apertamente dichiarate dall'ambientazione non meglio precisata e dai nomi dal suono inglese dei personaggi. Anny Ondra è qui una capricciosa e testarda monella, con capelli biondi e grandi occhi, decisamente al centro della storia. Ed è proprio da questo film che è stata tratta la foto del manifesto ufficiale delle Giornate del Cinema Muto 2013.
Il secondo film è La dama dal piedino, 1920. È la seconda produzione della società del diciottenne Gustav Machaty. Una delle didascalie iniziali definisce la storia come "un'opera comica su un detective che non scoprì alcunchè ma trovò il vero amore". Interessante l'allusione a temi erotici che Machaty svilupperà nei suoi successivi melodrammi. Questo regista avrà negli anni '30 fama internazionale per aver inserito in Estasi il primo nudo integrale della storia del cinema con l'attrice Hedy Lamarr. La Dama dal piedino è una delle prime prove di Anny Ondra.

Il programma della mattinata per la rassegna sul cinema svedese prevede Lo scherzo pasquale del poliziotto Paulus, 1925, di Gustaf Molander. Protagonista il duo comico danese internazionalmente noto con il nome di Pat & Patachon, interprete di una cinquantina di film tra il 1921 e il 1950 prevalentemente nel loro paese d'origine, la Danimarca. Presero anche parte a tre film svedesi, due dei quali muti, e nel film in questione sono diretti per la prima volta da un vero regista quale Gustaf Molander.
Infine, un restauro della Cineteca Nazionale, Il gallo nel pollaio. E' una delle prime produzioni della Palatino Film costituita da Enrico Guazzoni, il regista di Quo Vadis, con la collaborazione della Società Italiana Cines. Il gallo nel pollaio doveva essere il primo episodio di una serie nata dalla collaborazione tra Guazzoni e l'attore Vincenzo Scarpetta, figlio del noto commediografo napoletano Eduardo. Il film si inserisce nella tradizione della commedia di gusto francese molto in voga all'epoca anche in Italia e mette in scena gli stratagemmi adottati dai giovani innamorati per incontrarsi eludendo la sorveglianza di genitori e insegnanti bacchettoni.

Alle 14.30 viene presentato il più ampio programma sull'animazione sovietica mai presentato in un festival. All'inizio degli anni '20 l'animazione era considerata un genere a parte rispetto al cinema vero e proprio, destinata quasi esclusivamente alla propaganda, alla didattica e alla pubblicità commerciale. Solo più tardi e soprattutto presso gli studi di Mosca si raggiungono più alti livelli tecnici e creativi. Oltre a Mosca importanti centri furono Leningrado, la Georgia e l'Ucraina.

A COLPI DI NOTE
E' un progetto che si pone come obiettivo far conoscere ai ragazzi i capolavori del comico del muto e farli rivivere con un accompagnamento musicale adatto al film e alle abilità esecutive del gruppo. Gli studenti della Scuola Media Leonardo da Vinci di Cordenons e quelli della Scuola Media Centro Storico di Pordenone, accompagneranno due comiche di Hal Roach, No Noise e Crazy House.
Ma il momento clou sarà l'omaggio che i giovani musicisti renderanno a Jean Darling, ospite amatissima del Festival, interprete bambina proprio di Crazy House nella famosa serie Our Gang, in cui è "una povera bambina ricca" che muore dalla voglia di giocare con la gang di piccoli teppisti che scorrazza nella strada antistante.

Cinema Ucraino
Dva Dni (Due giorni), 1927, segna un'importante svolta qualitativa nel cinema ucraino, che passò da uno pseudo-storicismo schematicamente rivoluzionario a un realismo di straordinario livello artistico. Il film aprì la stagione più fruttuosa del cinema muto ucraino che durò dal 1927 al 1930, quando i film utopistico-rivoluzionari predominanti fino al 1926 cedettero la scena al realismo psicologico e all'avanguardia. Il film fu la prima produzione ucraina ad avere una distribuzione commerciale negli USA e il suo protagonista ricevette un apprezzamento molto elogiativo in una recensione della stampa americana.
Seguiranno nella programmazione il film georgiano del 1934, Igiene degli agricoltori collettivizzati, e questo titolo la dice tutto sulle finalità propagandistiche, e il più interessante Brotba Veletniv (Lotta di giganti), 1926, di Viktor Turin, regista sperimentale. Nativo di San Pietroburgo, Turin si era diplomato nel 1916 presso il MIT di Cambridge nel Massachussetts e aveva lavorato 5 anni a Hollywood come attore e sceneggiatore. Ritornato in patria confluì nella comunità dei cineasti ucraini.

Da segnalare, a conclusione della serata, la proiezione di un documento storico di una decina di minuti di eccezionale importanza, La visita dell'Imperatore Carlo I a Trieste, del giugno 1917. Karl Franz Josef von Habsburg nacque il 17 agosto 1887, quinto nell'ordine di successione al trono. Il suicidio di Rodolfo e la scomparsa dei più anziani pretendenti e l'attentato di Sarajevo trasformarono il giovane arciduca in erede presuntivo. L'imperatore lo tenne volutamente lontano da ogni decisione politica al fine di preservarlo pulito agli occhi di quelli che sarebbero di lì a breve diventati "i suoi popoli". Una volta salito al trono il 21 novembre 1916 tentò di essere l'imperatore della pace e visitò il fronte delle più lontane province dell'impero. Fu spesso anche a Trieste accompagnato dalla moglie Zita di Borbone-Parma (1892-1989) e il filmato delle Giornate riprende proprio una di queste visite ai primi di giugno del 1917 sul finire della X battaglia dell'Isonzo (12-28 maggio 1917) che costò ai contendenti 250.000 morti. Si vede l'arrivo dell'imperatore e del suo seguito a Postumia, e la visita a Sesana, Opicina, Trieste in Piazza Grande, ora Piazza dell'Unità. Carlo I morì a Madeira il 1° aprile 1922 e il 3 ottobre 2004 è stato beatificato da Giovanni Paolo II per il suo stile di vita e l'aspirazione alla pace tra i popoli.