Il manifesto del Futurismo, scritto in forma declamatoria da Filippo Tommaso Martinetti, fu pubblicato per la prima volta nel febbraio del 1909, sulle pagine del quotidiano di Verona Arena e sancì l’esordio del movimento futurista.

A cent’anni esatti, per ricordare la nascita di questa avanguardia che nel suo manifestarsi esplorò ogni forma artistica, proponiamo due film ed un documentario che ben mostrano lo svecchiamento ideologico al quale il futurismo ambiva.

AMOR PEDESTRE
R.: Marcel Fabre. Italia 1914, imbibito, muto, 4’.
Film della Ambrosio di Torino che ha come unici veri protagonisti i piedi dei personaggi, attraverso il movimento dei quali viene raccontata ironicamente la storia di un adulterio. Fortemente sperimentale, il film risente della poetica futurista che andava sviluppandosi in quegli anni.

THAIS
R.: Anton Giulio Bragaglia. Italia 1916, b/n, muto, 27’.
Unico film giunto fino a noi che contenga i motivi della ricerca futurista, Thais si avvale, nella parte finale, della scenografia di Enrico Prampolini. Il rigore geometrico della visione, i simboli e le immagini che materializzano le allucinazioni della protagonista respirano in maniera originale le ipotesi della poetica futurista.

FUTURISMO
R. e sc.: Guido Guerrasio. Fot.: Giulio Gianini. Mus.: Gino Marinuzzi Jr. Voce narrante: Riccardo Cucciola. Produzione: Rai Tv. Italia, 1969, colore, sonoro, 26’.
Il documentario ripercorre la nascita e lo sviluppo del Futurismo, dai primi manifesti alle grandi opere della maturità dei suoi principali artisti, Giacomo Balla e Umberto Boccioni in particolare. La modernità dell’arte pittorica e scultorea dei futuristi è letta alla luce dei suoi contradditori rapporti con le trasformazioni sociali e culturali dei primi decenni del Novecento e nei suoi molteplici legami con le altre avanguardie europee.


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