Il 22° Torino International GLBT Film Festival celebra quest’anno la sua XXII edizione: 22 anni dedicati al grande cinema che esplora e costruisce l’immaginario queer. Grazie a una accurata selezione di film, anno dopo anno il Festival è divenuto una delle principali occasioni di dialogo e confronto per la comunità glbt, così come per il grande pubblico. Il Festival ha anche il merito di aver fatto conoscere in Italia registi come François Ozon, Gus Van Sant, Derek Jarman, Todd Haynes e, recentemente, Eytan Fox, Apichatpong Weerasethakul, Alain Guiraudie, Auraeus Solito e Brillante Mendoza.
Non solo: il Festival ha anche fatto riscoprire autori e registi in parte dimenticati dal pubblico.

Concorso Internazionale
Ci sono tre sezioni competitive: lungometraggi, corti e documentari. Tutti i film in concorso saranno giudicati da tre giurie internazionali che assegneranno il Premio Ottavio Maial miglior Lungometraggio e un premio per ognuna delle altre sezioni. Per ogni sezione competitiva è inoltre previsto un premio del pubblico.

Panorama
Tre sezioni non competitive con la più recente e interessante produzione in pellicola e in video.

La retrospettiva: Kenneth Anger
La XXII edizione si festeggia con una retrospettiva dedicata a uno dei più importanti nomi del cinema sperimentale americano: Kenneth Anger. Iniziata nel 1941, la sua carriera conta oggi più di 60 anni. Ilpubblico potrà ri/scoprire e apprezzare i più importanti titoli della sua filmografia, tra cui soprattutto i cult Fireworks, Eaux d’artifice, Scorpio Rising e Kustom Kar Kommandos. La retrospettiva include anche film diretti da registi che hanno ispirato le opere dell’eclettico artista, come per esempio Georges Méliès, Marcel Carné, Jean Genet. Un giovanissimo Kenneth Anger attore invece lo troviamo in A Midsummer Night’s Dream di Wilhelm Dieterle e Max Reinhardt. Per completare, si rivedrà il capolavoro di Sergej M. Eisenstein, ¡Que Viva Mexico!, alla cui riedizione negli anni cinquanta Anger aveva partecipato su invito di Henry Langlois per conto della Cinémathèque Française, nonostante il suo nome non figuri tra i credits del film.

Omaggi

Un significativo omaggio sarà dedicato al performer americano Ron Athey. L’evento comprende alcune delle sue performance, una video-lettura tenuta dallo stesso Athey e la proiezione di Hustler White di Bruce LaBruce e Rick Castro, uno dei film di finzione in cui il performer è stato coinvolto come attore.

Al centro del secondo omaggio ci sarà Jenni Olson, regista, critica e archivista americana, un nome noto anche al di fuori della comunità queer. Il pubblico italiano avrà l’occasione di conoscere una parte del suo straordinario archivio, raccolto in tanti anni di attività, e che comprende film, corti, documentari, trailer e, tra gli altri, alcuni dei più importanti film a tematica lesbica, come That Tender Touch di Russel Vincent e The Killing of Sister George di Robert Aldrich.

Un terzo tributo sarà dedicato al regista francese Philippe Vallois. Un punto di vista visionario e per certi versi anche psichedelico espresso nei suoi due nuovi film Johan (un nuovo montaggio del girato che risale al precedente realizzato nel 1975) e Sexus Deï, ci guida attraverso passioni e differenze tra l’Europa e il Medio Oriente, attraverso storie intime e personaggi moderni e/o del passato. L’omaggio include altri due film suoi, realizzati rispettivamente nel 1979 e nel 1983, Nous étions un seul homme e Haltéroflic.

In occasione del 20° anniversario dalla morte, il Festival rende un omaggio particolare a Andy Warhol presentando i suoi tre classici cult: My Hustler, Chelsea Girls e Lonesome Cowboys.

Icone Moderne - Movie&Music Divas: STUDIO 54
La sezione che ruota attorno al concetto di icona queer, omaggiando attori o attrici con carriere parallele nel mondo della musica o viceversa, quest’anno è dedicata al famoso club newyorkese aperto 30 anni fa, il 26 aprile 1977. Lo Studio 54 fu punto di incontro per molte star di livello internazionale (in arrivo da tutto il mondo) e fu anche una “seconda casa” per Andy Warhol e l’equipe della sua Factory. Il 26 aprile 1977, 30 dopo, sarà l’occasione per un Big Party in onore del mitico Studio, omaggiato anche attraverso le proiezioni di Thanks God Is Friday di Robert Klane (girato un anno dopo la sua apertura, che riproduce il periodo clou del club) e di Fifty Four (Studio 54); una proiezione undeground, a cura del suo autore Mark Christopher, che porta la versione originale “gay” censurata” a suo tempo dalla Miramax prima di distribuirla.

Europa Mon Amour: c’era una volta il west (o queer in the west)
Il West è la terra senza confini e senza regole dove tutto è radicale, estremo. Dove tutto è permesso. Negli spaghetti western, genere di punta dell’ultimo periodo d’oro del cinema italiano, gli spazi della frontiera permettono le più ardite sperimentazioni identitarie: spietate bande di pistoleri gay, attrazioni fatali sotto il sole del deserto, violenti assassini dalle “strane” inclinazioni. Due titoli: Se sei vivo spara di Giulio Questi e Requiescant di Carlo Lizzani.

Voice Over
La sezione dedicata al cinema sperimentale e alla video arte include un omaggio al duo Lovett/Codagnone, all’artista Franko B. e i nuovi video di Brice Dellsperger.
Tutti presenti al festival, introducono le loro opere al pubblico.

Per ulteriori informazioni: www.tglff.com