Per un cultore del cinema western come l’udinese Carlo Gaberscek, che ha dedicato a questo genere cinematografico pluridecennali ricerche e numerosi libri (ricordiamo i due volumi di "Sentieri del western" e l’ultima pubblicazione in ordine di tempo, "Il vicino West", del 2007), l’uscita di un film come Appaloosa di Ed Harris rappresenta una bella quanto ormai rara soddisfazione.

Nasce anche da qui la serata speciale organizzata al Cinema Sociale di Gemona, lunedì 2 marzo alle 21. Sarà lo stesso Gaberscek a presentare quello che, secondo il suo autorevole parere, è il miglior western dell’ultimo decennio, capace di rivitalizzare un genere in crisi da molto tempo.

Appaloosa è stato quasi interamente girato al Cerro Pelon Ranch, una delle tre “western town” dell’area di Santa Fe, New Mexico, una delle più importanti location cinematografiche per il western, tra paesaggi che Gaberscek ha percorso e studiato palmo a palmo.

Il progetto del film, tratto dal romanzo del 2005 di Robert B. Parker, è interamente dovuto a Ed Harris, che l’ha co-sceneggiato (con Robert Knott), co-prodotto, diretto e interpretato. Su un impianto tradizionale (la classica coppia maschile di “duri”, il triangolo e lo scompiglio che si vengono a creare con l’intrusione della figura femminile, il conflitto con il “cattivo” e la sua banda) in cui non mancano richiami ai grandi classici, si innestano molti elementi di attualità (il potere, il denaro, l’appoggio politico) e una giusta dose di humour e di ironia.

Tra gli altri ingredienti, l’ottima interpretazione e l’affiatamento tra Ed Harris e Viggo Mortensen (già visti insieme in A History of Violence); la prova di Renée Zellweger che sa dare autenticità allo spiazzante e imprevedibile personaggio della vedova Allison French e quella di Jeremy Irons nella parte del violento Randall Bragg; i dialoghi secchi, taglienti, con pause sapientemente studiate; l’accurata scenografia di Waldemar Kalinowski; i bei costumi di David Robinson; e la fotografia dell’australiano Dean Semler, premio Oscar per Balla coi lupi.

Un mix che, citando Gaberscek, fa di Appaloosa un film “costruito con grande intelligenza, buon gusto, con un raro senso dell’equilibrio e della misura, con humor e ironia usati nella giusta misura, che ha anche il merito di aver riportato nel western quella ‘grazia’ che sembrava sparita con la fine degli anni ’50, ovvero quei sentimenti, quei momenti leggeri, quelle pause che poi i cambiamenti di stile degli anni ’60 e ’70, il western all’italiana, la moda dell’action movie, avrebbero travolto.”

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Per approfondimenti, si consiglia la lettura del testo su Appaloosa nello “Spazio Gaberscek”, sul sito del Cinema Sociale: http://www.cinemateatrosociale.it