Nell’ambito dei festeggiamenti per i sessant’anni della Cineteca Italiana, ogni mese sino alla fine del 2007 (salvo alcune eccezioni) dedicheremo due proiezioni domenicali ai grandi film del nostro archivio.
L’ appuntamento di domenica 22 aprile sarà con Jean Vigo. Anarchico e irriverente, morto a 29 anni, a Vigo sono bastati un medio e un lungometraggio (Zéro de conduite e L’Atalante, entrambi in programma) più un paio di cortometraggi per entrare nell’Olimpo della storia del cinema, imponendosi, alla nascita del sonoro, come il pioniere della modernità filmica.
La proiezione di Zéro de conduite sarà seguita da quella di La felicità di Alexander Medvedkin, rarissimo film muto sovietico del 1934 che sarà accompagnato dal vivo dal trio Lab, autori di una partitura originale che esplora la relazione complessa fra la musica e la drammaturgia.
La felicità è un film straordinario e sorprendente, di rara bizzarria – come dimostra l’affermazione di Ejzenštejn citata in incipit – la cui conoscenza in Europa fu molto tarda, poiché venne distribuito solo negli anni Settanta.

La felicità
narra le vicissitudini di Khmyr, goffo contadino in cerca di una realizzazione economica e sociale. Vittima di un proprietario terriero e delle autorità militari e religiose pre-rivoluzionarie, una volta instaurato il regime comunista troverà la felicità lavorando in un kolkoze.
“Realizzato in un epoca in cui il genere era molto diffuso in Unione Sovietica, questa commedia risulta malgrado ciò unica per la sua ironia caustica e le sue geniali invenzioni messe al servizio del burlesco più delirante: situazioni bizzarre e satiriche, personaggi caricaturali, gestuale alla Chaplin del protagonista Kmyr; il tutto iscrivendosi nella linea di Gogol’ e di Meyerhold!” (dal dizionario dei film Larousse).
Questa favola didattica fu realizzata in un periodo di grande sforzo economico e sociale durante il quale Stalin cercava con ogni mezzo di razionalizzare la disastrata agricoltura sovietica. Per il suo personaggio principale, Khmyr, Medvedkin ha tratto ispirazione direttamente dai paesani russi incontrati nei viaggi del suo “cine-treno”, esperienza pedagogica unica il cui scopo era diffondere i principi del comunismo nelle campagne. In origine film di propaganda, La felicità fu però censurato dal potere fin dalla sua prima proiezione. La pellicola sarebbe arrivata in Europa occidentale solo negli anni Settanta e fortunosamente, come in una bottiglia gettata in mare da qualche anonimo appassionato, in una spedizione destinata alle cineteche straniere in mezzo ad altri film e senza etichetta, con la speranza che qualcuno un giorno ne avrebbe fatto qualche cosa. Agli occhi dello spettatore di oggi si offrono una poesia e una forza d’immagine rare.

I FILM:

Do. 22 apr. h 19
L’Atalante
R.: Jean Vigo. Sc.: J. Vigo, Albert Riéra. Fot.: Boris Kaufman. Int.: Michel Simon, Jean Dasté, Dita Parlo, Pierre Prévert, Jacques Prévert. Francia, 1934, b/n, v.o., sott. it., 89’.

Do. 22 apr. h 21.30
Zéro de conduite
R., sc.e mont.: Jean Vigo. Fot.: Boris Kaufman. Mus.: Maurice Jaubert. Int.: Jean Dasté, Robert Le Flon, Delphin, Louis Lefebvre, Gilbert Pruchon, Gérard De Bedarieux. Francia, 1933, b/n, 47’, v.o., sott. it.

A seguire
La felicità
R.: Alexander Medvedkin. Int.: Piotr Zinoviev, Elena Egorova, Lidia Nevacheva. URSS, 1934, b/n, 64’, muto.

Accompagnamento dal vivo del trio Lab: Attila Faravelli (chitarra elettrica), Giulio Sagone (basso), Jacopo Faravelli (batteria).
Nato a Milano nel 1995 il trio Lab unisce esperienze professionali diverse: composizione di musica per il teatro e il documentario, produzione discografica, sonorizzazione di performance artistiche e pratica teatrale professionale. Da subito affezionati all’improvvisazione come strumento di ricerca e di scrittura, compongono senza preoccuparsi delle separazioni di genere ed intenzione. La loro musica coniuga le atmosfere più diverse, in cui l’energia si sposa con la finezza e la ricerca alla facilità d’ascolto.
«Si trattava per noi di costruire una musica che allo stesso tempo si giustificasse da sola, ma che pure trovasse la sua ragion d’essere nelle immagini che accompagnava, diventando la terza dimensione dello schermo: quella della profondità e della presenza» (Lab & Anonima Teatro).

Spazio Oberdan - Viale Vittorio Veneto 2, Milano

Info per il pubblico: biglietteria Spazio Oberdan, tel. 02.7740.6300 - sito internet: www.cinetecamilano.it

Ingresso € 3,00 con Cinetessera