Registi, attori e professionisti del settore cinema portano a Venezia la protesta contro i tagli al FUS e puntano l'attenzione sui problemi del settore.
Nell’incontro svoltosi ieri presso la Villa degli Autori dal titolo Dalla protesta alla proposta, il dato principale emerso è la necessità di arrivare alla definizione di una nuova legge di sistema che dia risorse a tutta la filiera, creativa e produttiva, del cinema italiano.

L’incontro, promosso dalle Giornate degli Autori e da molte associazioni di settore, tra cui MovEm09, Movimento Emergenza Cultura Spettacolo Lavoro, che riunisce circa 39 sigle tra le principali del settore, dagli autori ai direttori fotografia, tecnici del suono, registi, agenti, scrittori, attori, critici e giornalisti, muove dalle parole di Francesca Comencini, che, fin dall’inizio dei lavori, aveva presentato un documento in cui gli operatori del settore auspicavano "una forma di intervento che vada oltre l'assistenzialismo, la lamentela e la richiesta. Siamo proprio noi a lanciare una sfida, a chiedere una legge di sistema che sganci definitivamente il mondo del cinema dalla politica, a chiedere la creazione di un organismo pubblico, un Centro Nazionale della Cinematografia, pronti al confronto e al dialogo con tutte le parti politiche e sociali”.

Alla fine di un lungo e intenso dibattito, condotto da Maurizio Sciarra ed Emidio Greco e moderato da Roberto Barzanti, il senatore Vincenzo Vita ha invitato tutti a partecipare alla discussione della nuova legge sul cinema, suggerendo l’idea di creare subito un gruppo di lavoro propedeutico alla riformulazione di un testo di legge condiviso dai professionisti del cinema, arrivando entro la fine del mese a un nuovo articolato.

Fermo restando il reintegro immediato del FUS, tra i punti centrali sottolineati, vi sono: la creazione di un Centro Nazionale di Cinematografia, ovvero una struttura autonoma in grado di guidare il settore cinematografico italiano; la garanzia di finanziamenti certi e congrui, e la tassa di scopo a carico di chi attraverso l’utilizzo di opere cinematografiche realizza profitti (televisioni private, server, compagnie telefoniche, etc.).

Ulteriore punto messo in evidenza non solo dai relatori ma anche dai tanti produttori, registi e più in generale dagli esponenti del mondo cinematografico italiano convenuti all’incontro, è il ruolo di rilievo assunto dalle Regioni che non deve però sostituirsi allo quello dello Stato.

Emidio Greco ha sottolineato che il sistema cinematografico italiano versa in condizioni economiche molto gravi, in quanto manca quasi totalmente di un vero e proprio mercato, ritenuto ingessato e distorto.
Rivedere la questione della distribuzione è dunque d’obbligo: stabilire i criteri dell’erogazione dei finanziamenti per garantire maggiore parità tra i produttori più forti e quelli più deboli e garantire una migliore distribuzione su tutto il territorio, visto che molti film in uscita non riescono ad avere la dovuta copertura.