Cos’è, oggi, un Festival cinematografico? Qual è, o quale dovrebbe essere, il suo significato? Come sono cambiati lo scenario, il mercato e le singole priorità progettuali nell’arco dell’ultimo decennio di vorticosa evoluzione tecnologica, dove scoprire un film non è più privilegio di pochi fortunati viaggiatori ma alla portata del click di ogni abile navigatore?

Questi interrogativi saranno affrontati e discussi, venerdì 27 aprile alle 18, durante l’atteso
panel «I Festival nell’era del DVD (e del Bit Torrent)», organizzato sotto il segno di Far East Film 9: un Festival indipendente e monografico, vetrina a 360 gradi di mondi lontani, immune dalla competizione tra Festival per l’ospite più mondano o il film più sconosciuto. Una libera riflessione in equilibrio tra Oriente e Occidente che vedrà protagonisti Patrick Frater, caporedattore dell’edizione asiatica di Variety, Jeremy Segay, consulente per l’Asia della Director’s Fortnight di Cannes, e Marco Müller, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, profondo conoscitore della cultura cinese e, da sempre, navigato organizzatore di Festival.

Tre punti di vista autorevoli, dunque, da tre esperienze e stati diversi. Festival del cinema: scoperta di nuove cinematografie o red carpet per assessori alla cultura?