Asiaticafilmmediale e Associazione Culturale Italo Iraniana “Alefba” promuovono un incontro per ricordare le ragioni e riflettere sull’attualità della rivoluzione islamica in Iran.
Due proiezioni e un dibattito, per avvicinare la realtà di un grande Paese nel quale oggi fronti contrapposti si misurano sul ruolo della religione nella gestione della cosa pubblica.
In questi anni, la società iraniana è cambiata fino a produrre profonde divisioni.
Le istanze che hanno sostenuto la rivoluzione sono vive? Quali sono le attese di una società che è per il settanta per cento composta da giovani al di sotto dei trent’anni? Cosa sta accadendo?

Alla Casa del Cinema oggi, mercoledi 10 Febbraio sarà proiettato il documentario Rough Cut di Firouzeh Khosrovani, opera pluripremiata nei festival internazionali, presentata in anteprima internazionale da Asiaticafilmmediale, dove ha ricevuto una menzione speciale.
Seguirà un incontro al quale interverranno Marina Forti (giornalista), Liisa Liimatainen (giornalista), Alberto Negri (giornalista), Antonello Sacchetti (scrittore) e Bijan Zarmandili (scrittore).

Al termine, il film The Keshtzarhaye Sepid (Le bianche distese) di Mohammad Rasoulof, uno dei film più significativi dell’ultima stagione cinematografica iraniana, già proposto a Roma nell’ambito della decima edizione di Asiaticafilmmediale.

Le proiezioni saranno in lingua originale, con sottotitoli in italiano e inglese:

Rough Cut narra la trasformazione dei manichini femminili nelle vetrine dei negozi d’abbigliamento di Teheran, metafora del corpo velato e mutilato, ridefinito secondo i dettami della legge. Negli anni ottanta i manichini scomparvero dalle vetrine per ricomparire dopo la guerra Iran-Iraq, modificati in modo da minimizzare e mortificare il corpo femminile, un monito per le donne e la società.
(Regia sceneggiatura e produzione: Firouzeh Khosrovani; Fotografia: Abbas Kowsari; Montaggio: Bijan Mirbagheri, Kayvan Jahanshahi; Musica: Farhad Asadian, Kayvan Jahanshahi; Anno: 2007; Durata: 23; Formato: DvCam).

The Keshtzarhaye Sepid un viaggio ipnotico e duro, caratterizzato da metafore e motivi enigmatici, condotto attraverso lo spaventoso orizzonte delle candide e aride distese di sale. Al di là di ogni genere, la storia come fosse favola, segue l’odissea di un uomo che parte con la sua barca per raccogliere le lacrime degli abitanti sparsi in un arcipelago di sterili e inospitali isole, in un oceano senza nome.
(Regia: Mohammad Rasoulof; Fotografia: Ebrahim Ghafouri; Montaggio: Jafar Panahi; Suono: Amir Hosein Ghasemi; Produzione: Gholamreza Armadi; Anno: 2009; Durata: 92'; Formato: 35mm).