"Nel 1950, mentre ancora sta girando Il monello della strada, Macario torna a lavorare con Mattoli realizzando Adamo ed Eva, in cui, nella veste del parrucchiere Adamo Rossi cerca di dimostrare alla sua aiutante Eva come i guai dell’uomo derivano dalla donna. E lo fa con una divertente cavalcata attraverso i millenni passando dal peccato originale alla guerra di Troia, dalla Rivoluzione francese fino a spingersi nel futuro.
Il film ottiene meno successo di quello che meriterebbe ma forse il pubblico cinematografico si è ormai abituato al nuovo Macario e questa storia forse eccessivamente banale non lo soddisfa più. In effetti il periodo dei grandi successi si è praticamente esaurito e vedremo che presto il comico non girerà più film come protagonista assoluto, limitandosi a partecipazioni, pur numerose e spesso riuscitissime.
La decisione probabilmente è presa anche in seguito al più grosso errore della sua vita.
Sull’onda del successo strepitoso dei film prodotti da Rovere e diretti da Borghesio e dopo una breve parentesi francese con il film Ma femme, ma vache et moi, Macario decide di rischiare in proprio aprendo una casa di produzione con la quale intende autoprodursi.
Ricorda con un velo di tristezza il figlio Mauro: 'Nel 1950, stimolato dall’incredibile successo dei suoi film, Macario prese una storica quanto disastrosa decisione: diventare produttore cinematografico. Tutti i suoi colpi di testa, gli azzardi professionali, le avventure impossibili che lo accompagnarono felicemente dal 1935 al 1950 gli avevano dato una fiducia illimitata in se stesso, nelle proprie capacità organizzative, nei progetti che, da iperattivo vulcanico, realizzava con determinazione. […] Lasciata Milano si trasferì a Roma prendendo casa nel quartiere Parioli, in via San Valentino 48, non lontano da Totò.'"