Può succedere che i loro geni trovino un punto di contatto e si fondano per creare un'opera grandiosa o potrebbe accadere che le loro idee o le loro personalità siano troppo forti e finiscano per scontrarsi brutalmente senza trovare un punto d’incontro.
La seconda situazione riguarda il caso del progetto per il film Freud, the Secret Passion, diretto da Huston e con una sceneggiatura scritta da Sartre, Le Scénario Freud.
Forse Sartre e Huston sono troppo lontani per potersi comprendere, divisi intellettualmente e culturalmente.
Il progetto parte nel 1958, quando il regista americano chiede a Sartre di scrivere una sceneggiatura per un suo prossimo film che tratterà della vita di Sigmund Freud agli inizi della sua carriera, quando il dottore inizia ad orientarsi verso la psicoanalisi.
All’inizio Sartre accetta con entusiasmo e studia la figura di Freud e le sue opere a fondo. Ma la visione di Huston è quella di un film di stampo “hollywoodiano”, un film dai risvolti avventurosi e non un’analisi esistenziale del personaggio come la intende Sartre.
Dunque il filosofo, dopo aver scritto una sceneggiatura decisamente troppo voluminosa, dato il suo essere prolisso, incontra il rifiuto di Huston, che chiede di tagliarla.
Questo è l’inizio della fine. Sartre si rifiuta di rimaneggiare ulteriormente il testo e rinnegherà in seguito il film e la sua collaborazione.
Cosa rimane dunque di questo progetto? Di certo uno scritto di Sartre che va ad aggiungersi alle sue innumerevoli opere; se vogliamo un omaggio a una delle più importanti figure del Novecento.
D'altro canto ci resta il film di Huston Freud, the Secret Passion, uscito nel 1961 con la sceneggiatura di Sartre, ma ridotta e modificata da altri sceneggiatori.
Purtroppo il film non riscosse molto successo ed è rimasto poco noto al pubblico, forse a causa del tema trattato ancora poco chiaro e oscuro per molti: l’uso della psicoanalisi nella psichiatria per risolvere i conflitti interiori. D’altronde ancora oggi, dopo un secolo dalle teorie di Freud, la mente umana resta ancora un mistero.
Ma i lati misteriosi, enigmatici e indecifrabili della nostra mente sono ben rappresentati nel film di Huston.
Le scene dei sogni di Freud e della sua paziente Cecily, ricchi di simboli e metafore apparentemente inspiegabili, trovano una spiegazione attraverso l’analisi del medico viennese e ciò che era dunque incomprensibile trova, almeno in parte, una risposta. Forse il personaggio di Freud, serio e un pò tetro, e certe scene cariche di silenzi risultano troppo cupe e pesanti, creando una sorta di angoscia nel pubblico.
In realtà forse la chiave è proprio questa: le ansie, le angosce, i traumi nascosti nelle menti dei pazienti di Freud, e in Freud stesso, vengono fatte provare, attraverso queste sequenze, direttamente allo spettatore che le percepisce direttamente su di sé.
Freud, the Secret Passion non è certo quello che si può definire un film leggero, ma può essere molto affascinante. Del resto avventurarsi in un territorio sconosciuto come quello della psiche umana non è cosa facile.
Peccato solo che le troppe divergenze tra Huston e Sartre abbiano penalizzato quello che avrebbe potuto essere un capolavoro.