Aveva solo tre anni quando debuttò in Our Gang, che sarebbe diventata la più lunga serie della storia del cinema. Si chiama Jean Darling, nome d’arte di Dorothy Jean LeVake, correva l’anno 1927. La piccola Jean avrebbe avuto per colleghi Stan Laurel e Oliver Hardy, Charley Chase e Jean Harlow, avrebbe conosciuto il mitico produttore Hal Roach e Roscoe Arbuckle, Marion Davies, Greta Garbo e Clark Gable. Esperienze che ha raccontato nella sua autobiografia, A Peek at the Past, uscita nel 1995 e in un’edizione rivista nel 2003. Fu la madre, Dorothy Hamilton, attrice del muto, a spingere la figlioletta a fare un provino con il regista Robert McGowan, il primo e miglior regista di Our Gang. La bambina prodigio apparve in ben 35 pellicole, ma all’arrivo del sonoro abbandonò il cinema per dedicarsi con un certo successo al vaudeville, al teatro, alla radio e alla televisione. Dal 1974 si è trasferita a Dublino, in Irlanda, dove ha intrapreso l’attività di scrittrice di racconti gotici e del mistero, molti dei quali sono stati pubblicati sulla rivista Alfred Hitchcock’s Mistery Magazine.
Le Giornate rendono omaggio a Jean Darling, ospite d’onore del festival, con la presentazione, alle ore 14.30 al Teatro Verdi, di 4 episodi di Our Gang: Baby Brother, The Ol’Gray Hoss, Wiggle Your Ears, Boxing Gloves. Non è difficile prevedere un’accoglienza trionfale e una standing ovation, per una delle ultime testimoni viventi dell’epoca gloriosa del silent cinema. Jean Darling non si limiterà a presenziare alle proiezioni ma ha in serbo per il pubblico del festival una sorpresa canora.

Due eventi musicali caratterizzano la giornata di oggi. L’accompagnamento musicale eseguito da un quartetto di pianoforte, clarinetto, violino e violoncello, della partitura originale di Francesca Badalini composta per il film Ambrosio del 1912, I Mille, regia di Alberto Degli Abbati. Il film, uno dei primi sul mito di Giuseppe Garibaldi, di cui ricorre quest’anno il bicentenario della nascita, è una copia unica al mondo e proviene dagli archivi della Fondazione Cineteca Italiana di Milano, che ne ha anche curato il restauro.
Il secondo evento vede protagonista un collaboratore storico delle Giornate, il maestro Antonio Coppola che dirige l’Octuor de France. Per i due film della serata, Paris qui dort di René Claire Séraphin ou les jambes nues di Louis Feuillade, Coppola ha pure composto le musiche. Il film di Clair è una commedia molto divertente, anticipatrice, con la sua celebrazione di Parigi e le riprese in ambienti reali, di atmosfere della nouvelle vague. Immaginato dopo “due o tre pipe piene di oppio” una notte di novembre del 1922 e girato durante l’estate del 1923, Paris qui dort fu rinnegato più tardi dallo stesso regista, che lo considerava troppo pasticciato, e nel 1971 Clair operò pesanti tagli alla lunghezza originaria.
Nel 2000 la Cinémathèque Francaise ha recuperato e restaurato l’originale e il pubblico delle Giornate potrà vedere appunto questa versione.