Il famoso musicista Michael Nyman ha confermato la sua partecipazione alla XXVI edizione delle Giornate del Cinema Muto, in programma dal 6 al 13 ottobre a Pordenone.

Nyman, compositore ed esecutore tra i più famosi nel mondo, inventore e massimo esponente, con Philip Glass, del minimalismo musicale, arriva a Pordenone per sua precisa volontà, avendo manifestato al direttore del festival, David Robinson, il desiderio di poter accompagnare dal vivo la proiezione di un capolavoro del muto, da lui stesso scelto, A propos de Nice, del regista francese Jean Vigo.

Nyman, la cui presenza è stata concordata per domenica 7 ottobre, è uno degli autori di musica da film più richiesti, famoso per la collaborazione degli anni '80 con Peter Greenaway. Il massimo successo in questo campo Nyman l’ha ottenuto qualche anno dopo, nel 1993, con la colonna sonora di Lezioni di piano di Jane Campion. Molto apprezzate anche le sue collaborazioni ai film Il marito della parrucchiera di Patrice Leconte e Gattaca, la porta dell’universo di Andrew Niccol. Anche Nanni Moretti ha utilizzato alcune sue musiche per La stanza del figlio. I giudizi critici definiscono la sua musica ariosa, a tratti barocca, con travolgenti progressioni d’archi sulla ripetizione di frasi base e su melodie antiche da adagio settecentesco. Ma soprattutto una musica visionaria, in sintonia con le immagini e pure allo stesso tempo autonoma da esse.

Quella stessa assoluta autonomia che il musicista rivendica rispetto al lavoro con il regista e che per Nyman è condizione irrinunciabile di collaborazione artistica.
A propos de Nice è il primo film, un corto di mezz’ora circa, di un regista che basa la sua immensa fama su tre opere soltanto: oltre al già citato A propos de Nice, Zero de conduit e L’Atalante. Jean Vigo, figlio di un anarchico che gli trasmise i suoi ideali, ebbe una vita brevissima (morì a 29 anni) segnata da una tubercolosi manifestatasi sin da piccolo. In A propos de Nice, da lui stesso definito un documentario sociale, per la cui realizzazione coinvolse in qualità di direttore della fotografia Boris Kaufman, fratello di Dziga Vertov, attacca ferocemente i tanto detestati simboli borghesi. Il film, presentato a Parigi nella sala Vieux-Colombier nel 1930, è un manifesto dell’arte dell’avanguardia, e vuole mostrare, secondo l’autore, “quanto siano diffuse quelle volgari voluttà poste sotto il segno del grottesco, della carne e della morte e che costituiscono gli estremi sussulti di una società che rinnega se stessa fino a provocare in te la nausea e la voglia di una soluzione rivoluzionaria.”