LA CINETECA RICORDA PIER PAOLO PASOLINI A 38 ANNI DALLA MORTE PROPONENDO DUE SUE OPERE PROIBITE DI 50 ANNI FA:
IL FILM-INCHIESTA "COMIZI D'AMORE" E "LA RICOTTA", CON ORSON WELLES


-- Mercoledì 30 ottobre, ore 21, al Cinema Sociale di Gemona --

Sono passati cinquant'anni da quando Pier Paolo Pasolini, percorrendo in lungo e in largo l'Italia, girò i suoi famosi Comizi d'amore. Mercoledì 30 ottobre, a tre giorni dal 38° anniversario della sua tragica morte, avvenuta il 2 novembre 1975, la Cineteca del Friuli propone al Cinema Sociale di Gemona, alle 21, questo straordinario film-inchiesta, che raccoglie interviste a persone di ogni ambiente e ceto sociale su argomenti legati alla sessualità.
A seguire, sarà proiettato La ricotta, l'episodio (35 min.) diretto da Pasolini e interpretato da Orson Welles per il film RoGoPaG, del 1963, a cui il regista friulano partecipò insieme a Rossellini, Godard e Ugo Gregoretti (il titolo è l'acronimo dei quattro cognomi).
A presentare la serata, che si collega idealmente al ciclo di eventi organizzati a Gemona lo scorso anno per celebrare i 90 anni della nascita di Pasolini, sarà lo storico Gianfranco Ellero.

Da attento osservatore della trasformazione della società italiana nel dopoguerra, Pasolini da tempo voleva ascoltare le opinioni degli italiani su temi considerati tabù e capire come fosse cambiata la morale nella nascente società dei consumi. L'occasione venne quando si trovò a girare la penisola insieme al produttore Alfredo Bini in cerca di location e volti per Il Vangelo secondo Matteo, e pensò di unire le due cose. Microfono alla mano, interrogò gli italiani ovunque gli capitasse - nelle spiagge, nei luoghi di lavoro, in treno o per la strada - su omosessualità, "prima volta", l'amore dentro e fuori il matrimonio, prostituzione, divorzio. Intercalate alle risposte della gente comune, Comizi d'amore raccoglie anche le opinioni di Alberto Moravia, Giuseppe Ungaretti, Oriana Fallaci, dello psichiatra Cesare Musatti e della giornalista e scrittrice Adele Cambria. Nell'aprile del 1964 il film fu vietato ai minori di 18 anni e solo nel 1992 una seconda edizione (con alcuni tagli) ebbe il nulla osta.

La ricotta, rappresentazione fuori dagli schemi della Passione di Cristo, fu sequestrato lo stesso giorno della sua uscita, il 1° marzo 1963, e il regista fu accusato di vilipendio alla religione di Stato. Una reazione non del tutto inattesa da Pasolini: "Non è difficile predire a questo mio racconto una critica dettata dalla pura malafede. Coloro che si sentiranno colpiti infatti cercheranno di far credere che l'oggetto della mia polemica sono la storia e quei testi di cui essi ipocritamente si ritengono i difensori. Niente affatto: a scanso di equivoci di ogni genere, voglio dichiarare che la storia della Passione è la più grande che io conosca, e che i testi che la raccontano sono i più sublimi che siano mai stati scritti". Pasolini fu condannato a quattro mesi di reclusione e soltanto nel maggio 1964 la Corte d'appello di Roma lo assolse accogliendo il suo ricorso. Nel luglio dello stesso anno, La ricotta vinse la Grolla d'oro per la regia a Saint Vincent.