I libri Taschen, c’è proprio una citazione esplicita, sono fatti apposta per invogliare a possederli; non è possibile ammirarli in libreria o da amici, no davvero. Bisogna averli, tutti per noi, segretamente, per essere soddisfatti. Oltre a questo, niente è vero.
Teutonici per impianto e strategia, i libri Taschen sono perfetti e mandano in solluchero occhio e mente: l’occhio vaga, perdendosi fra le foto formato giganti, e la mente lo segue.
Su Kubrick è stato edito ormai tutto e di più, eppure la Taschen (e della Taschen sempre su Kubrick aspetto con ansia il monumentale The Stanley Kubrick Archives, che se non lo avete visto di persona è impossibile da crederlo!) sa come stupire, sempre e comunque: chiama Paul Duncan, autore di un’altra antologia kubrickiana (traduzione Lindau) - questa scadente e velleitaria - il quale, appunto, stavolta si dà da fare e sforna un testo appassionato e competente. E poi, ovviamente, il reparto iconografico, da sempre il punto forte della Taschen.
Frame dai film, foto di scena, foto ora già viste (ma non in stampe così grandi e nitide) ora inedite, foto pubbliche e foto private, foto in bianco e nero e a colori, foto, foto e sempre foto: per capire, di Kubrick, il mestiere, l’alto artigianato (la sedia a rotelle per seguire il carrello sul set di Arancia meccanica), l’altissimo intelletto (le foto in cui gioca e sfida attori e troupe a scacchi, come se potessero bastare)…
A partire dall’occhio di Bowman verso l’infinito e oltre (è l’immagine di copertina, bella ma non eccezionale a onor del vero), un autentico viaggio di esplorazione visiva del genio di Kubrick, come raramente era stato fatto prima d’ora.
Kubrick come cineasta dall’inesauribile valore tecnico-visivo (“poeta visivo” viene definito nella pagina d’introduzione) e dunque da omaggiare in senso letteralmente figurativo, con un commento giusto di delucidazione (c’è tutto: critica, dati tecnici, commenti, filmografie, brevi stralci di intervista,…), ma il commento è l’appendice e non le foto, come spesso invece accade.
Il libro sono le foto, punto e basta; del resto, chi conosce la Taschen, lo sa.
La copertina rigida assicura, come già il cinema di Kubrick, solidità, stabilità, durevolezza.