Finalmente anche in Italia è arrivato il documentario del regista Kevin Macdonald.
Anche se uscito praticamente a fine stagione, tutti gli amanti del Reggae, o semplicemente i curiosi che vogliono sapere qualcosa di più su quest'uomo, su ciò che simboleggia e ciò che è stato nel passato dovrebbero andare a vedere questo film.
Marley è un ottimo documentario che descrive con immagini inedite e interviste esclusive chi era Bob Marley, un uomo nato in Giamaica in condizioni molto disagiate che grazie al suo amore per la musica e al suo genio musicale è riuscito a diventare un'icona raggae e non solo.
Bob Marley ha iniziato infatti da giovanissimo a suonare e nella sua vita ha avuto la fortuna di prendere parte al fermento musicale giamaicano, che in quegli anni era la voce di un movimento popolare che lottava per l'indipendenza della Giamaica dalla Gran Bretagna.
Robert (Bob) Marley è diventato simbolo di lotta e indipendenza per i popoli sottomessi che vivono in condizioni disagiate, un artista impegnato che tramite la sua musica ha predicato la libertà e l'indipendenza dell'uomo.
Esemplificativa la sua performance in Zimbabwe per celebrare nel 1980 l'indipendenza dello stato africano.
Marley è un artista che celebra la vita – ed egli stesso è pieno di vita - e il fine del documentario è proprio questo. Non quindi un semplice riassunto della sua vita artistica, ma uno studio approfondito della sua filosofia di vita sviluppatesi in Giamaica e quindi pregna dei valori della cultura Giamaicana, uniti ai quei sogni di libertà e uguaglianza che ritroviamo nella filosofia Hippy degli anni 70 del secolo scorso.
Interessantissime le dichiarazioni di Rita (moglie di Bob e madre di 4 dei 13 figli del cantante) sapientemente montate con le interviste ad altri personaggi i quali conoscevano personalmente il cantante.
Sono loro che ci accompagnano per tutto il film descrivendo allo spettatore le diverse fasi della vita dell'artista e trasmettendoci le emozioni, personali o non, di quei momenti passati, anche se spesso le dichiarazioni degli intervistati non sempre combaciano.
Le contraddizioni fra le persone intervistate è forse un altro interessante aspetto del film, che in questo modo rende ancora più mitologica la figura di questo uomo, il quale, per le sue convinzioni religiose (la religione del cantante era il Rastafarianesimo), si rifiutò di farsi amputare l'alluce del piede; purtroppo si era sviluppato un melanoma sotto l'unghia che poi lo portò alla morte nel Maggio del 1981.
Presentato al festival del cinema di Berlino del 2011, Marley ha un ottimo montaggio e riprese che coinvolgono lo spettatore anche se, come chi scrive, non è un grande fan del genere musicale.
Il documentario di Macdonald è certamente un film da vedere, un documentario che potrebbe diventare un cult e informare su una cultura lontana e diversa dalla nostra.