Il film è materialmente un oggetto e come tale subisce il processo di degrado dovuto al trascorrere del tempo.
La corretta conservazione e il restauro sono passi necessari per permettere alle generazioni future di godere della bellezza fuggevole di alcune pellicole.

L'appuntamento de Il Cinema Ritrovato (26 giugno-3 luglio, Bologna) promosso come ogni anno dalla Cineteca di Bologna non solo mostra i risultati tangibili dell'intenso lavoro di restauro, spesso ignorato, promosso da varie realtà internazionali, ma soprattutto ci racconta la passione ed il lavoro di tante persone che inseguono, per anni, la versione originale di un’opera.
E lo scopo ultimo promosso dagli organizzatori dell'evento è quello di "celebrare il vero protagonista del festival, lo sguardo degli spettatori che escono dalle sale portandosi via, ognuno, un nuovo film, magari distante da quello sognato dal suo autore".

Quest'anno, oltre ai numerosi appuntamenti (Sezioni del Festival), il tema fondamentale della rassegna è il colore, celebrato fin dall'immagine sul manifesto pubblicitario: un’immagine celeberrima del Gattopardo, con Claudia Cardinale e Alain Delon. Non si è scelta qui una fotografia a colori, bensì una foto in bianco e nero, colorata a toni vividi per l’uscita del film ed esposta nelle sale.

Proprio la versione restaurata de Il Gattopardo è al centro della sezione Alla ricerca del colore dei film, una rassegna che si presenta come un viaggio in itinere o una sfida senza fine, perché, secondo gli organizzatori, è impossibile trattenere il colore di un film: lo sanno bene i laboratori di stampa, ogni copia della stessa opera è diversa dall’altra; lo sanno bene i proiezionisti, ogni proiezione tradisce la precedente e la successiva (troppe le variabili, sale, proiettori, lanterne, lampade, obiettivi, il digitale...); resta allora solo la nostra memoria che è comunque in movimento e non ci restituisce mai una fotocopia di quello che abbiamo vissuto.

Per chi si occupa di restauro il colore è tra gli elementi che maggiormente subiscono l'erosione del tempo ed è, d'altro canto, una delle caratteristiche di un film che ci colpisce nella sfera puramente emozionale, dove resta come ricordo indelebile, mutevole ma con una sua tracciabilità nel tempo.
Anche senza essere degli specialisti, chi non è in grado di riconoscere immediatamente, a memoria, i colori che corrispondono ad un preciso decennio di produzione: che siano gli intensi bianco/nero degli anni '20, le facce cotte dal sole di Sergio Leone o la bicromia del Kinemacolor?
É possibile così gustare in questa sezione dedicata al colore (Programmazione) copie perfette di film dell'epoca muta, così come altri grandi capolavori: Red Shoes, Senso, Pierrot le fou e, ovviamente, Il Gattopardo.

Altro momento da non perdere per gli amanti degli anni '20/'30 è la sezione dei Ritrovati & Restaurati, con la proiezione della nuova versione di Metropolis di Fritz Lang con le sequenze ritrovate due anni fa e oggi restaurate, fino all’avveniristica serata dedicata ai fratelli Lumière, che si concluderà con la proiezione in 3D di un lavoro dei padri della settima arte.

Altro percorso interessante per stimolare una riflessione mai banale sul ruolo delle donne è l'esplorazione del cinema femminile delle origini: tocca quest’anno alle Donne avventureose del cinema muto, donne senza paura, miti e scatenate in film francesi, italiani, americani, russi.
Sono spie e ladre sportive, amazzoni e acrobate, donne forti e forzute: tutte immagini di una femminilità in movimento, in transizione dalle convenzioni del vecchio mondo alle promesse di una modernità ancora da inventare.

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PER APPROFONDIRE VI CONSIGLIAMO:
Gli strumenti del precinema e la pellicola cinematografica: storia, conservazione, restauro
di Cristian Camanzi