Uscirà il prossimo venerdì nelle sale italiane “Una scomoda verità” (titolo originale: An Inconvenient Truth), l’atteso film di Al Gore sul riscaldamento globale del clima.
Nel documentario l’ex vicepresidente, in carica negli otto anni del Governo Clinton, espone il legame, ormai comprovato, tra le emissioni di anidride carbonica ed i mutamenti climatici planetari, evidenziandone gli effetti già in atto e quelli che, prevedibilmente, potrebbero generarsi.
Alternando la sua storia personale ad una cronaca dei dati e delle catastrofi ambientali che hanno colpito gli Stati Uniti nel 2005, Gore mette in guardia il mondo intero da ulteriori "temporaggiamenti", puntando il dito contro lo stile di vita occidentale e, soprattutto, contro la sua stessa nazione che non ha ancora aderito al Protocollo di Kyoto. Infatti, come evidenzia l’ex vice di Clinton, gli States, non solo non si stanno impegnando per ridurre le emissioni di anidride carbonica, ma sono tuttora il paese che inquina di più con una produzione media annua per abitante di circa sette tonnellate e mezzo di biossido di carbonio.
Sul finale, in questo scenario disincantato e pessimista, il film riesce a ritagliarsi comunque una nota positiva, probabilmente utopistica, suggerendo alcuni provvedimenti che ognuno di potrebbe assumere per arrivare ad una necessaria inversione di tendenza.
Prodotto da Paramount Classics e Participant Productions e diretto da Davis Guggenheim il film ha riscosso un ottimo successo in patria, dopo essere stato accolto con entusiasmo al Sundance Film Festival dello scorso anno.