L’ultimo decennio rappresenta per la Spagna un periodo meraviglioso per il cinema d’animazione.
Sono anni questi in cui il settore smette di essere artigianale, frutto dell’estro dei disegnatori, ed entra a far parte di un mondo più complesso, forse più macchinoso, ma più produttivo, che raggiunge grandi numeri di pubblico e ottiene importanti riconoscimenti cinematografici nazionali e internazionali.

Questo avviene grazie alla crescente digitalizzazione della società moderna e all’introduzione di tecniche avanzate di produzione.
I computer e i nuovi software applicati al cinema d’animazione abbattono i tempi e i costi e permettono di creare nuovi mondi tridimensionali, con un’estetica più fresca e realistica. Parallelamente, molti produttori e case di produzione cinematografiche spagnole comprendono l’importanza del processo distributivo e promozionale oltre a quello produttivo.

Il numero di produzioni registrate, la loro qualità espressiva, le nuove tecniche utilizzate, mettono in luce questa trasformazione iniziata proprio nei primi anni del nuovo millennio, e che coincide con la produzione del lungometraggio El Bosque animado del 2001, vero “giro di boa” per l’animazione iberica.
Da quel momento in poi l’industria cinematografica spagnola sviluppa le sue creazioni, affronta nuove tematiche e cerca di intraprendere nuovi cammini, nel tentativo di farsi posto nel mondo dell’animazione 3D come in quello dell’animazione 2D.

La rivoluzione 3D non significa, infatti, che l’animazione 2D è destinata a scomparire: molti continuano a riconoscere al disegno tradizionale bellezza e maggiore espressività nei personaggi, nei tratti e nelle ambientazioni.
L’obiettivo comune a tutti è conquistare finalmente quota nel panorama cinematografico internazionale, conseguire riconoscimenti e prestigio, oltre che acquisire ricchezza e posti di lavoro in più. Soprattutto mettere in luce come questo settore stia meritatamente emergendo in un panorama a lungo monopolizzato dalle grandi imprese americane e giapponesi.

IL GIRO DI BOA CON EL BOSQUE ANIMADO
El Bosque animado è un lungometraggio realizzato dalla casa di produzione Dygra Films, liberamente ispirato a una parte del romanzo omonimo del giornalista e scrittore galiziano Wenceslao Fernández Flórez.
Questo film rappresenta una tappa molto importante per il settore dell’animazione spagnola perché, oltre ad avere registrato degli incassi record, apre la strada a un nuovo modo di produrre lungometraggi d’animazione destinati a un mercato internazionale e ad un pubblico famigliare.
Fare un film non significa più realizzarlo e consegnarlo alle sale cinematografiche. La pellicola, dal momento in cui nasce al momento in cui viene presentata al pubblico, è responsabilità del produttore, sostenuto dai distributori.

A fine anni ’90, infatti, erano stati realizzati con la stessa tecnica 3D Megasónicos e El ladrón de sueños, film innovativi, ma comunque limitati e, soprattutto, rimasti sconosciuti fuori dai Paesi Baschi.
El Bosque animado ha dato il la alla produzione di lungometraggi in 3D e ha dimostrato concretamente che in Spagna è possibile produrre animazione di qualità, oltretutto estremamente redditizia.
Il successo ottenuto dal film ha inoltre legittimato i sogni e i progetti di tante altre case di produzione che, seguendo il modello di Dygra, provano a loro volta nuovi progetti.

Con l’arrivo di questo film si capisce improvvisamente l’importanza rivestita dai mezzi di divulgazione e la cura che va dedicata ad una buona campagna di comunicazione, di marketing, di promozione e di distribuzione.
El Bosque animado è stato il primo lungometraggio d’animazione prodotto in Spagna che ha potuto contare su un’ottima campagna di promozione e merchandising.
È stato, ad esempio, oggetto di una campagna promozionale unica ed originale. Dygra Films ha creato, infatti, un sito web ad alto contenuto pedagogico e in più ha organizzato diverse animazioni scolastiche e un’esposizione itinerante visitata da 200.000 persone in 7 piazze spagnole.

Per la realizzazione di questa pellicola una équipe di disegnatori, fotografi e documentaristi ha trascorso moltissime ore per circa un anno in boschi locali, nel tentativo di ricreare nei disegni i giochi di luce e le forme nelle diverse ore della giornata, in ogni stagione dell’anno, realizzando in tal modo uno studio esaustivo della flora e della fauna tradotto in centinaia di fotografie e di bozzetti
Una volta approvati i disegni a matita è iniziato un periodo di modellismo, in cui ognuno dei personaggi è stato ricreato in pasta di argilla e successivamente dotato di volumi virtuali creati con il computer.
Sono servite più di 4.000 ore di programmazione per la realizzazione del film, che hanno dato origine a 120.000 fotogrammi che, a 24 immagini al secondo, riproducono gli 80 minuti di durata del film.

Tanta fatica è stata comunque ampiamente ricompensata il 3 agosto 2001, quando le sale cinematografiche spagnole si sono oscurate e la proiezione del film ha avuto inizio, conquistando pubblico e critica, oltre che riconoscimenti e premi di varia natura.
El Bosque animado è stata infatti una delle 17 pellicole preselezionate in tutto il mondo per l’Oscar 2003 al miglior film d’animazione; è stata presentata nei migliori festival internazionali e ha vinto 2 Goya (che sono il massimo riconoscimento cinematografico spagnolo) nel 2001, sia come migliore film d’animazione che come migliore canzone originale.
La pellicola è stata distribuita in Spagna in 180 copie, doppiata in 7 lingue e venduta per la distribuzione anche ad altri paesi.
L’incasso ai botteghini dei cinema è stato di 2 milioni di euro, raddoppiato dalla vendita del film in 160.000 VHS e circa 40.000 DVD, solo in territorio iberico. Il DVD del film, che contiene oltre due ore di materiali extra, è considerato dalla stampa specializzata come uno dei migliori tra quelli prodotti in Spagna.

L’arrivo del 3D inaugurato con questo film comporta nuovi modi di produrre e nuove estetiche da seguire e gli studi spagnoli da questo momento in poi iniziano ad adattarsi alle nuove tendenze per prendere posto competitivamente all’interno del panorama europeo.

UNA PANORAMICA SULLO STATO DELL'ANIMAZIONE IN SPAGNA
In Spagna il panorama dell’animazione appare notevolmente diverso a seconda che ci si riferisca a lungometraggi, serie per la televisione o cortometraggi.

Le serie animate
L’entrata in vigore dell’euro porta anche in Spagna a un aumento generale dei prezzi e a un fortissimo calo delle vendite di prodotti animati, soprattutto di serie tv, poiché i produttori stranieri iniziano ad affidare i propri servizi d’animazione ai paesi asiatici, dai prezzi più competitivi, smettendo di vedere la Spagna come un territorio da cui attingere risorse a basso costo.
Il solo formato che ha potuto beneficiare dei finanziamenti dell’Icaa ( Instituto cinematografico de las artes audiovisuales) è stato quello del lungometraggio e questo ha portato numerose imprese produttrici, prima impegnate nella produzione di serie per la televisione, ad abbandonare questo genere per dedicarsi totalmente alla realizzazione di lungometraggi animati.
La produzione di lungometraggi è infatti passata dai 3 film realizzati nel 2000, ai 10 prodotti nel corso del 2008, oltre a quelli attualmente in produzione che vedranno la luce nei mesi a venire.
Per quanto concerne le serie animate per la televisione, si ravvisa purtroppo un forte disinteresse da parte della televisione spagnola verso i prodotti seriali nazionali. Il paradosso è che la maggioranza di serie trasmesse su emittenti nazionali in Spagna continuano ad essere, infatti, americane e nipponiche.
La produzione del 2008 non dimostra in generale grandi cambiamenti rispetto a quella di inizio millennio e nel corso dell’ultimo decennio vengono prodotte circa una settantina di serie.
Tuttavia anche in questo ambito qualcosa ha iniziato a muoversi. Anche se a fatica, alcune catene televisive (quelle autonome, più che quelle nazionali) hanno iniziato a prevedere maggiori contenuti d’animazione all’interno delle proprie griglie di programmazione.

I cortometraggi e i lungometraggi
Per quanto invece concerne i cortometraggi si tratta di prodotti girati spesso a livello amatoriale e destinati per lo più alla loro messa in onda durante festival settoriali: non rientrano insomma nel circuito industriale e commerciale. In questo caso siamo passati dai 4 corti realizzati tra 2000 e 2001 ai 23 realizzati finora tra 2008 e 2009.
Emergono punti di forza e di debolezza di un settore ancora instabile per via di diverse componenti: disattenzione generale da parte delle amministrazioni pubbliche e delle televisioni nazionali, mancanza di un tessuto imprenditoriale solido, elevati livelli di precarietà produttiva, scarso incremento del marketing della promozione commerciale, mancanza di adeguate regolamentazioni del settore, migrazione di grandi talenti alla ricerca di posizioni lavorative e stipendi più gratificanti fuori frontiera, mancanza di finanziamenti statali e privati e di aiuti economici.
Nonostante questi punti deboli altri segnali appaiono più positivi, come ad esempio l’aumento significativo che dall’inizio del nuovo secolo registrano i lungometraggi di animazione, le potenzialità delle produzioni spagnole per raggiungere il mercato internazionale (non solo con lungometraggi, ma anche con cortometraggi e serie con riconoscimenti maggiori rispetto alle creazioni di immagine reale), la nascita di nuove società dedicate a questo settore.
Agli animatori spagnoli viene per lo più riconosciuta una grande creatività e i loro prodotti sono mondialmente apprezzati e lodati.

Non esiste un’animazione caratteristica in Spagna, ma esiste una grande varietà di produzioni che vanno dal formato in 2D tradizionale alle più avanzate tecnologie informatiche, passando per tutte le sfumature possibili e le più diverse tematiche.
L’ampia gamma di prodotti offerti è senza dubbio una grande opportunità di apertura verso il mercato estero per la Spagna.
Questa varietà si riscontra ad esempio all’interno della produzione di lungometraggi, con film molto diversi tra loro.
È il caso per esempio del già citato “El Bosque animado” che introduce un modo del tutto nuovo di produrre, ma anche di distribuire e promuovere un film.

Anche lungometraggi che spiccano per le scelte stilistiche dei loro autori, come per esempio De Profundis, nato dalla tavoletta di colori del disegnatore galiziano Miguelanxo Prado che realizza oltre 30.000 disegni a olio e matita, successivamente animati grazie all’utilizzo di un software specifico. Ne deriva un’opera poetica ed artistica più che narrativa, la cui musica rilassa, dando l’impressione di fluttuare sospesi tra le acque dell’oceano.
O ancora di grande originalità Gritos en el Pasillo, film del 2007, primo al mondo realizzato con l’animazione di arachidi e un budget di partenza di 6.000 euro.
El lince perdido, che ha vinto il Premio Goya 2009 lo scorso febbraio come miglior pellicola d’animazione, è il frutto della co-produzione tra Perro Verde Films (il cui produttore esecutivo, Manuel Cristobal, era già stato produttore de “El Bosque Animado” per Dygra Films), Kandor Graphics e Green Moon España (la casa di produzione cinematografica di Antonio Banderas), chiude in bellezza la produzione di lungometraggi spagnoli del decennio.
Questo film, infatti, rappresenta in modo favoloso l’ascesa dell’animazione iberica oltre che il punto di arrivo del lungo e irto cammino che hanno dovuto percorrere produttori, imprese produttrici, animatori, distributori e tanti altri specialisti del settore.

Non si riscontra altrettanta varietà nell’ambito delle serie, che per lo più, nonostante casi isolati realizzati con tecniche diverse dal disegno tradizionale e da quello 3D, denotano una preponderanza di animazione computerizzata. Senza ombra di dubbio, all’interno delle circa 70 serie prodotte in Spagna tra 2000 e 2008, spicca Pocoyò, rivoluzionaria serie in 3D caratterizzata da modernissime scelte estetiche e da contenuti altrettanto innovativi.
La serie, premiata con numerosi riconoscimenti internazionali, è stata trasmessa in oltre 100 paesi ma non in Spagna, dove è stata del tutto ignorata dalle televisioni locali. Paradossalmente è più nota a livello internazionale che nazionale.

Creare un’industria in Spagna è assolutamente un lavoro della collettività, non solo del produttore, poiché alla buona volontà di quest’ultimo devono necessariamente seguire aiuti economici da parte di finanziatori volenterosi e tanta curiosità da parte di un pubblico che abbia voglia di gustarsi un film totalmente made in Spain.

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Nell'immagine i protagonisti della serie Pocoyò