"'La fantascienza è il genere, che fin dalle sue origini letterarie, sembra avere più bisogno di attori digitali che possano impersonare alieni dalle forme più strane e oggetti partoriti dalla fantasia umana' e Abyss è il primo film a soddisfare veramente e pienamente questo bisogno.
Sullo sfondo di una imminente guerra atomica compaiono dall’abisso della fossa delle Cayman Islands, delle nuove creature, alieni probabilmente, che Cameron realizza interamente al computer. È la prima volta che ciò avviene ed è quindi con questo film che il digitale diventa protagonista.
La creatura viene dagli abissi, dal profondo della Terra, quasi a dirci che il digitale con le sue potenzialità è sempre stato lì, ci stava aspettando nascosto dentro il nostro stesso mondo, forse dentro di noi. Se non ci si è arrivati prima è solo perché non si guardava dalla parte giusta, quando lo si è fatto il risultato è stato quello predetto da Nietzsche e citato nel cartello di apertura del film: “…when you look long into the abyss, the abyss also looks into you…”, e l’abisso ci ha guardato. Conseguenza di questo sguardo è il primo vero character sintetico, una creatura portatrice di caratteristiche che inevitabilmente sottolineano la sua origine e la sua storia. Al primo impatto, cioè quando il sottomarino affonda, ciò che colpisce è la materia di cui sembra fatta. Si tratta di acqua ma allo stesso tempo è qualcosa di diverso, di più consistente. È una sostanza nuova, liquida ma solida allo stesso tempo, che non esiste in natura, può essere solo il frutto di un’animazione al computer."