"Amici miei è la storia di una “banda”, così tipicamente fiorentina, che scherza “coi’ foco”. Cinque amici che vagano per Firenze burlandosi del mondo: Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Philippe Noiret, Duilio del Prete e Gastone Moschin. Il giornalista Giorgio Perozzi (Philippe Noiret) è il narratore delle vicende del gruppo.
Separato dalla moglie, vive in un appartamento che, a giorni alterni, condivide con il figlio, serio e composto professore. Una mattina, dopo una notte di lavoro in redazione, il Perozzi non ha voglia di tornare a casa da solo e si mette in cerca degli amici. Dopo un giro in macchina in piazza Santa Croce, il primo che trova è l’architetto Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), a passeggio per una Firenze fresca e mattutina con il grande cane Birillo. Insieme vanno a bussare alla finestra di Nello Mascetti (Ugo Tognazzi), conte dimesso costretto a vivere con la famiglia in uno scantinato minuscolo.
L’ultimo da prendere rimane il barista Guido Necchi (Duilio del Prete). Poi i quattro, vecchi compagni di scuola e di militare con l’abitudine tutta toscana di chiamarsi per cognome, possono partire per una loro consueta zingarata.
Il termine significa, in gergo fiorentino, una fuga fuori dagli schemi (gli zingari vivono in maniera del tutto diversa e alternativa alla nostra), ma anche una burla, una goliardia, la capacità di raggirare e truffare (la visione stereotipata degli zingari è quella che li vede ladri e truffatori) con uno scherzo furbo e fantasioso.
Ancora: lo scappare dalla quotidianità per stare tutto il giorno a bighellonare, a non fare niente che richieda sforzi, come il lavoro, “una partenza senza mete e senza scopi e senza tempo” come la definiscono i quattro zingari."