Impreziosito dalla presenza di Jean-Claude Van Damme e di Chuck Norris, il sequel del film ideato da Stallone fa tremare gli impianti dolby delle sale e dà una scossa a chi ha trascorso la settimana di Ferragosto nel silenzio della città.
I mercenari 2 brucia il primo capitolo grazie a una trama più compatta e coerente e a sequenze d'azione di un impatto devastante; l'autoironia, importantissima per il successo della saga, è molto meno goffa rispetto al film precedente e fa proprie le armi dei detrattori per smontare idealmente le consuete critiche rivolte a questo tipo di film.
Del resto non si può ribattere a Chuck Norris che parodia se stesso e recita uno dei cosiddetti 'facts' a lui attribuiti dai fan di tutto il mondo, malgrado non sia uno scherzo il fatto che lo sceriffo abbia a disposizione un editor personale che taglia le scene violente dai film prima di mostrarli ai suoi figli..
La scena iniziale è di buon auspicio per gli amanti dell'azione: i nostri fanno irruzione in un villaggio a bordo di jeep corazzate e i cattivi cadono come le pedine inermi del più facile degli 'sparatutto'. Esplosioni e schizzi di sangue per liberare un prigioniero incappucciato, che nasconde le fattezze - forse ritoccate - di Arnold Schwarzenegger.
Jet Li sparisce dopo un cameo e lascia il posto alla giovane recluta Liam Hemsworth, che si introduce con un monologo sui suoi trascorsi in Afghanistan, confermando così l'usanza di infarcire gli script americani di aneddoti poco edificanti sull'ultima triste crociata degli Stati Uniti.
La chimica tra i personaggi è più solida e la scelta di Van Damme nella parte del villain è azzeccatissima, anche perché, secondo Stallone, il pubblico da tempo attendeva una sfida tra i due eroi dell'action.
La spedizione dei mercenari ci porta in alcune location della Bulgaria e della Cina. Suggestivo è il quartiere costruito dai russi sul modello americano per esercitarsi negli attacchi agli USA nel quale i protagonisti si rifugiano per passare la notte.
Più spazio per Willis e l'ex governatore della California in un finale esplosivo che paga il suo tributo agli anni Ottanta.
L'obiettivo è raggiunto in pieno, celebrare una rimpatriata di icone nel modo più tosto possibile. Quello che può fare Hollywood non ha limiti: loro non dovrebbero più essere in grado di fare certe cose, ma le fanno ancora alla grande e tutti insieme. Mentre guardo i loro volti emaciati dai colpi, dai ritocchi e dalla vecchiaia, mi chiedo che tipo di vita stiano conducendo fuori dal set. Norris ha più di settant'anni e scrive libri sul Cristianesimo, Sly si ritrova con un figlio morto suicida, Van Damme ha dei tratti somatici terrificanti che mi fanno pensare alla cocaina e alla sua vita travagliata, Schwarzenegger sembra la sua riproduzione al Madame Tussauds.
Gli occhi di Van Damme prima della sfida finale - coperti da occhiali da sole per tutto il film - e gli occhi languidi di Gloria Swanson. Non dimentichiamoci mai del viale del tramonto.
Ma di fronte a una macchina da presa restano dei grandi come lo erano venti e trenta anni fa, ecco perché chi era bambino allora è tornato al cinema a versare con fierezza 8 euro e 50 centesimi per lanciare I mercenari 2 in cima al box office.