Il 5 agosto, al 60° Festival del film Locarno, ALBA SUITE, la serie di 9 documentari d'autore sulla cultura delle comunità arbëreshe (albanesi) in Italia sarà protagonista di un evento speciale ufficiale nell'ambito della kermesse svizzera.
Saranno proiettati al Palavideo alle ore 21,00 due dei nove documentari, ROCKARBËRESH diretto proprio da Salvo Cuccia e LA NOSTRA CHIESA di Guido Chiesa ed Enzo Mercuri.

Curata da Eleonora Cordaro e ideata da Salvo Cuccia (che ne è anche direttore artistico) Alba Suite è il primo vero progetto culturale documentaristico articolato del panorama produttivo italiano.

La serie di documentari è prodotta grazie ai fondi del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie Locali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Comune di Piana degli Albanesi (PA), e realizzata espressamente per il mercato televisivo. I luoghi delle riprese e i tempi di realizzazione sono stati distribuiti rispettivamente in tutto il Centro-sud e nell’arco di alcuni mesi fino alla prima metà del 2007.

La sopravvivenza di una cultura antica e delle sue tradizioni, quale quella degli albanesi trapiantati in Italia diversi secoli fa, è posta sotto la lente d’ingrandimento dello sguardo di nove autori diversi, che mettono a confronto le proprie esperienze, modalità creative, interessi culturali, poetiche. Proprio per rispettare una fioritura di sguardi ed approcci ad una realtà così composita, il direttore artistico del progetto, Salvo Cuccia, in accordo con le istituzioni coinvolte ha assicurato totale libertà interpretativa e rappresentativa della realtà agli autori dei documentari.

Il corpus di documentari si è conformato come un viaggio-indagine sul sud Italia di oggi e in particolare su realtà a rischio sotto il profilo dell’identità. Il progetto vuole essere anche un laboratorio vitale sulla natura del documentario oggi e sui linguaggi che ne scaturiscono.

Al centro dei documentari, diretti da Mario Balsamo, Antonio Bellia, Marco Bertozzi, Rosita Bonanno, Emma Rossi-Landi, Rossella Schillaci e dall'albanese Fatmir Koci oltre a Guido Chiesa, Enzo Mercuri e Salvo Cuccia, la sopravvivenza di una cultura antica e delle sue tradizioni, quale quella degli albanesi trapiantati in Italia diversi secoli fa, posta sotto la lente d'ingrandimento dello sguardo di autori diversi, che mettono a confronto le proprie esperienze, modalità creative, interessi culturali, poetiche. Proprio per rispettare una fioritura di sguardi ed approcci ad una realtà così composita è stata garantita totale libertà interpretativa e rappresentativa della realtà agli autori dei documentari.

Il corpus di documentari si pone come viaggio-indagine sul sud Italia di oggi e in particolare su realtà a rischio sotto il profilo dell'identità. Il progetto vuole essere anche un laboratorio vitale sulla natura del documentario oggi e sui linguaggi che ne scaturiscono.

Rockarbëresh di Salvo Cuccia . Negli anni '90 a Santa Sofia d'Epiro, un'enclave albanese di tremila anime, immersa nel verde degli ulivi calabresi, però contaminata dalle più diverse esperienze musicali, grazie alla presenza attiva sul territorio di Radio Epiro, una radio libera, pirata ed autogestita, nascono due gruppi musicali: Peppa Marriti Band e la Spasulati Band (letteralmente "spiantati", che nel 2001 a Milano, in Piazza Duomo, apre il concerto di Manu Chao). Il primo più orientato sul rock, il secondo sul reggae/ska, hanno in comune l'utilizzo della lingua Arbëreshe, sia con testi propri che con l'ausilio di registrazioni antiche. "Rockarbëresh" trae spunto dal fatto che il rock è una lingua universale e l'Arbëreshe una lingua "particolare".

La nostra chiesa di Guido Chiesa ed Enzo Mercuri. Per chi si avvicina per la prima volta alla scoperta del mondo e della cultura arbereshe, l'aspetto forse più sorprendente è la permanenza di una forte identità religiosa, legata alla tradizione del rito greco ortodosso, benché sviluppatasi in seno alla Chiesa cattolica romana.
La nostra chiesa racconta, in un percorso introdotto e accompagnato dal linguista Francesco Altimari, la storia e lo stato attuale di questa peculiare dimensione degli italo albanesi, declinandola attraverso tre comunità simbolo: San Demetrio Corone, Spezzano Albanese e Falconara Albanese. Un'identità che, oggi, di fronte alla crescente secolarizzazione, all'accresciuta mobilità sociale e ai matrimoni misti, sta minacciando le basi stesse del mondo arbereshe: rito, tradizione, lingua.