Gli aderenti all'Associazione Nazionale Videonoleggiatori Italiani fanno sentire la propria voce, a qualche giorno dalla pubblicazione del bilancio sull'Anno cinematografico appena trascorso e dall'apertura delle Giorante Professionali del Cinema.

In un comunicato stampa dello scorso 25 novembre, l'associazione rende noti alcuni dati, che dipingono una situazione non certo rosea: un fatturato dimezzato dal 2004 ad oggi e circa 1.000 videoteche chiuse negli ultimi 20 mesi.
Secondo gli esercenti questi sono gli effetti della sempre più diffusa pratica di scaricare gratuitamente da internet opere audio e video protette, oltre ad una congiuntura tutt’altro che favorevole.

“Per questo" - spiega Francesco Bordoni, presidente ANVI Confesercenti - "abbiamo chiamato in causa l'Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (Antitrust), sperando in un intervento che limiti i danni al settore”.

Secondo l'ufficio legale dell'Associazione, si potrebbero ravvisare gli estremi di comportamenti anticoncorrenziali ed altre anomalie del settore oltre ad eventuali violazioni della legge sul diritto d'autore.
La complessità della situazione deriva dal fatto che in Italia la materia dei siti internet di condivisione di opere protette dal diritto di autore non è espressamente prevista dalla legge e quindi gli operatori del settore si trovano a dovere fronteggiare avversari non chiaramente identificabili che operano al di là di ogni previsione normativa.

"L'evoluzione tecnologica, la facilità d'uso e l'ampia diffusione della banda larga" - sottolinea Bordoni - "hanno fatto esplodere il fenomeno del file-sharing illegale di film e musica, causando gravi danni economici a tutta la filera dalla produzione al dettaglio. Continuando di questo passo non ci vorrà molto per assistere ad uno stop degli investimenti in nuove opere cinematografiche e musicali e la bandiera della diffusione gratuita della cultura allora, avrà meno ragioni per essere sventolata".