"I mock-documentary giocano con la realtà, ma non solo. Ricreano e contemporaneamente disfano la forma del documentario e le sue pretese di verità, gli “oggetti” del film (l’argomento, la trama, i personaggi), il suo ordine sociale e morale. Sono uno strumento unico in grado di rivelare le certezze, così come le bugie, sulla storia, sull’identità e sulla verità che si trovano alla base del documentario e del mondo che questi registra.
Nonostante l’esistenza di un cospicuo sottoinsieme di “veri” documentari che, in modo più o meno esplicito, fa riferimento agli artifici, alle costruzioni e alle illusioni del genere, questa azione rivelatrice è il progetto definitivo del mock-documentary.
Secondo quanto affermato da Roscoe e Hight (2001), il mock-documentary mette in evidenza come i documentari mentano nel pretendere di raccontare la verità: tutti i documentari sono in realtà dei “falsi” proprio perché non sono il mondo che fedelmente vogliono registrare, non sono la realtà. Così facendo, il mock-documentary sostiene che la verità raccontata dai documentari è sempre relativa.
Il mock-documentary implica, a volte dichiara apertamente, e spesso critica con convinzione, la relazione esistente tra il documentario e l’autorità che questi racchiude in sé."
(Brano tratto dalla tesi di Federico Larosa)