"La sequenza iniziale è una lunga passeggiata, che attraverso l’incedere sicuro di Dora, introduce lo spettatore all’interno di un percorso architettonico nella città di Parma. Se si volesse leggere il film in queste otto inquadrature, si potrebbe già avere la dichiarazione di una poetica personale che ha al centro la donna e il paesaggio.
La camminata sinuosa di Dora scandisce il paesaggio cittadino, dettando i movimenti che la macchina da presa deve compiere. Un movimento che inizia con l’ingresso di un treno in stazione, seguito da uno stacco sulla porta dello scompartimento che si apre: i primi passeggeri scendono, ma sono tutti uomini.
L’enunciatore sembra ritardare l’ingresso della protagonista, ma eccola subitamente fare capolino. Ha una chioma di capelli corvini, tagliati alla moda, appare bloccata sulla soglia, mentre la voce off dell’altoparlante continua a scandire gli annunci ferroviari. Un passeggero dietro di lei la sgrida, è ora di scendere. La giovane ora appare in primo piano con lo sguardo rivolto fuori campo, verso sinistra, ha un sorriso enigmatico che tradisce il piacere del ritorno.
Nella terza inquadratura, Dora ormai fuori dalla stazione, passeggia ascoltando le voci di due agricoltori, che inveiscono in maniera colorita, contro le regole del Mercato Comune. Lei si blocca di nuovo, attratta dalla pastosità del dialetto parmigiano, sorride, e poi esce di scena; la musica comincia a crescere, sulla partitura ritmica si inseriscono ora i fiati.
In campo è rimasta solo la piazza vuota, su cui compare in sovrimpressione il secondo cartone con il titolo del film: “La parmigiana”. Mentre il tema musicale jazz, si sviluppa libero, con il suo incedere incalzante, continua il pedinamento nella città, attraverso luoghi più o meno noti del centro storico..."